Solipsismo, Cogito ergo sum...

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SpiritoDialettiko
view post Posted on 18/2/2007, 00:03 by: SpiritoDialettiko




In questo post voglio affrontare un problema che è stato sempre affrontato in passato e ancor oggi non si può considerare chiuso.
Prima di arrivare al problema in sè del concetto di solipsismo, vorrei partire dalle basi stesse della descrizione della realtà. L'idea che la realtà potesse essere "modificata" in qualche modo dalle nostre percezioni è stata dibattuta da molti filosofi nel corso della storia. Alcuni ponevano soggetto e oggetto allo stesso livello, altri negavano l'esistenza dell'oggetto in sè e lo definivano come pura astrazione mentale, altri ancora ammettevano l'esistenza dell'oggetto in sè ma definivano quallo che percepiamo come una rappresentazione di quest'ultimo. Il mio obbiettivo però non è trattare di questo di quell'altro filosofo e delle sue idee, ma di partire da un presupposto, da una visione della realtà, per poi andare a vedere, con la logica, cosa sia o non sia possibile.

L'idea che prenderemo in considerazione qui è quella che pone la realtà come pura astrazione e costruzione logica della mente. In una realtà di questo tipo potremmo andare quindi a definire qualunque oggetto come costruzione mentale, come "immaginazione" di un soggetto, di un'entità pensante.
Partendo da quest'idea, potrebbero venire in mente subito diverse domande :

1) Dato che la realtà fisica è sorretta da leggi logiche, verrebbe da chiedersi perchè tali leggi esistono. In fondo, se la realtà fosse immaginazione, non avrebbe bisogno di "logica" per funzionare. Un esempio potrebbero esserlo i sogni, nei quali a volte accadono cose illogiche senza che accada nulla al sognatore. Tuttavia, proprio nei sogni potrebbe essere contenuta la risposta all'obiezione. Infatti, dei sogni si può dire che "emulino" la realtà nel senso che hanno quasi sempre un "interfaccia" simile al mondo reale; la realtà dei sogni segue quasi sempre i prinvipi di località, di separazione di enti, di causalità. Questo potrebbe essere preso come il segno che comunque la mente ha bisogno di una certa coerenza logica per funzionare. Partendo dal presupposto che la realtà sia astrazione, potremmo dire che il sogno sia un "astrazione di astrazione" e che in quanto tale sia imperfetta nella rappresentazione della realtà. Se la realtà Prima è perfetta nella sua rappresentazione logica, forse è perchè la mente ha bisogno di coerenza logica per costruire tutta la realtà.
Mi spiegherò meglio : se la realtà fosse tutta sconnessa, senza principio di causalità, la mente creatrice dell'astrazione, dovrebbe "controllare" tutta la realtà contemporaneamente, mentre se esistono leggi fisiche che regolano il mondo, tutto è più semplice, poichè è delegato a loro il compito di "costruire il mondo immaginario".
I sogni quindi essende "immaginazione nell'immaginazione" ed avendo un campo del reale piuttosto ristretto (di durata temporale limitata) appaioni a volte parzialmente illogici.

2)Perchè anche le altre persone hanno la mia stessa visione della realtà? se fosse solo mia immaginazione, ognuno dovrebbe avere una visione diversa.
Quest'obiezione in realtà mette in ballo un'altro problema ben più grosso, cioè l'esistenza effettiva delle altre persone, ma di questo parleremo più avanti.

3)Se la realtà è mia immaginazione, anche le forme con cui la visualizzo (tempo e spazio) sono parte della mia astrazione. Se anch'esse quindi sono mie costruzioni logiche e non hanno valore assoluto, il tempo e lo spazio potrebbero non esistere in "assoluto" e quindi come potrebbe essere localizzata l'entità creatrice? sarebbe un essere senza tempo e senza spazio, "immobile". Ma se fosse così, potrebbe esistere solo un essere poichè non è contemplato il concetto di molteplicità.

Nelle ultime due obiezione abbiamo analizzato il problema di fondo del topic : la molteplicità dell'Essere. Ammettendo come presupposto fondamentale l'affermazione cartesiana "Cogito ergo sum" e quindi ammettendo che l'Essere è e non può non essere, come spiegare la molteplicità dell'Essere?

A mio parere, sono solo due le possibile soluzioni :

1] La realtà non è pura astrazione bensì rappresentazione e in quanto tale presuppone l'esistenza di un oggetto rappresentato e di un soggetto rappresentante. Perciò l'oggetto in sè esiste ma la sua rappresentazione è modificata dalla nostra percezione.

2] Esiste solo un Essere, un entità. Perciò si cadrebbe nel solipsismo (dal latino solus=solo e ipse=stesso) cioè nell'esistenza di Me Solo. A tal punto però saremmo in un vicolo cieco, cioè una volta ammessa l'esistenza di me solo, che altro potrei fare? la mia stessa esistenza non avrebbe significato. E perchè, se esisto solo Io, ho dovuto costruirmi un mondo fittizio con altre persone immaginarie?
Inoltre, cosa accadrebbe alla mia morte fisica? tutta la realtà scoparirebbe e tornerei ad essere Essere senza tempo ne spazio?
Ma com'è possibile immaginare un tale essere?


Per dirla in un modo umoristico potrei dire : Dio sono Io, e siccome soffrivo di solitudine, ho creato questo mondo immaginario dove varie parti di me interpretano altre persone.

Scherzi a parte, voi cosa ne pensate? per quale delle due posizioni optereste?
 
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8 replies since 18/2/2007, 00:03   360 views
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