Solipsismo, Cogito ergo sum...

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Farvat
view post Posted on 19/2/2007, 17:04 by: Farvat




CITAZIONE
Mi spiegherò meglio : se la realtà fosse tutta sconnessa, senza principio di causalità, la mente creatrice dell'astrazione, dovrebbe "controllare" tutta la realtà contemporaneamente, mentre se esistono leggi fisiche che regolano il mondo, tutto è più semplice, poichè è delegato a loro il compito di "costruire il mondo immaginario".
I sogni quindi essendo "immaginazione nell'immaginazione" ed avendo un campo del reale piuttosto ristretto (di durata temporale limitata) appaiono a volte parzialmente illogici

Se vogliamo spiegarla nei termini che usò il fisico e filosofo David Bohm, dovremmo considerare che la realtà presenta due aspetti: un ordine implicato (l'uno parmenideo atemporale) ed uno esplicato (il divenire temporale eracliteo). L'ordine implicato si esplica in termini formali attraverso una rete di coscienze (le monadi di Liebniz) che stanno a priori come struttura entro cui la realtà percettiva si dà. Dire a priori e dire innato non è la stessa cosa, in quanto il primo ha natura puramente formale mentre il secondo ha natura ontologica. Il trascendentale in senso kantiano sono appunto le forme pure a priori dell'esperienza, come ha già chiarito molto bene il caro Ego.
L'idealismo ottocentesco interpretò la rivoluzione copernicana in termini direi errati, in quanto non è che il soggetto diventa il sole a cui attorno ruota l'esperienza sensibile, è il trascendentale il vero astro luminoso attorno a cui soggetto ed oggetto della percezione ruotano. La percezione nelle sue forme pure a priori sono la correlazione che connette la soggettività e l'oggettività senza annullarle ma fondandole in senso originario come il sole illumina ogni cosa. Kant nella sua eterna grandezza ha già posto la sua visione del mondo ben al di là del solipsismo.
La natura si esplica come rete in termini quantitativi matematici, come leggi universali e strutturali, non in quanto la matematica regge il mondo quanto è l'Arte stessa che si esplica in tale modo. Ovvero è la Qualità, come Pirsig la connota, che fonda la quantità. L'universo non è altro che una raffinatissima opera d'arte di cui tutti siamo partecipi, ed in quanto Arte essa è immaginazione pura che si dà tramite il tecnicismo matematico, ma che trascende tale tecnicismo dandosi in termini di una Bellezza senza pari, spontanea come solo la Natura sa essere. Ai nostri occhi tale bellezza non compare e può solo essere colta fugacemente, perché noi siamo parte dell'opera stessa, e solo ponendosi fuori e contemplandola la sua assoluta qualità artistica potrebbe emergere, ma questo non è per i nostri occhi. Eppure l'atto artistico originario, non fa che ricadere all'infinito nell'opera che infinitamente riproduce se stessa in ogni modo possibile, in quel eterno sempre nuovo eppure sempre uguale processo che io definisco Frattalità.

CITAZIONE
certo qui il solipsismo si fa minaccioso.
eppure io credo seriamente che il solipsismo debba essere inteso esclusivamente come un solipsismo metodologico.
d'altra parte, alcune pagine - a dir poco stupende - della fenomenologia dello spirito potrebbero mostrare come l'altro ci determina nell'essenza (cfr. la nascita di tuo fratello rende fratello anche te, la tua nascita rende "madre" tua madre ecc....)

L'esposizione è perfetta e non ha bisogno di ulteriori spiegazioni. Ci si può perdere nel solipsismo solo quando si è smarrito la via della Bellezza, quando ci si rifugia in se stessi, quando per timore del mondo ci si attacca al proprio ego come il mollusco all'ostrica. Ma per quanto ogni animo sia una perla inestimabile nessuna gemma risplende nel buio della propria caverna, solo nell'intersoggettività si partecipa veramente della luce che il Divino infinitamente irradia dove nella sua luce ognuno riflette Il Tutto e il Tutto riflette ognuno.
 
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8 replies since 18/2/2007, 00:03   360 views
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