| beh, si è aperto un discorso molto interessante... discorso per cui la scorsa estate sono stata in depressione seria... ma poi ho trovato una via d'uscita proprio in ciò che inizialmente mi aveva portata a deprimermi: la ragione...
innanzitutto voglio dire che l'Oltreuomo può essere anche triste perchè non trova un senso concreto alla vita, ma se è arrivato a questa conclusione, vuol dire che gli portava felicità il fatto di intraprendere questa ricerca personale... tutto, qualsiasi cosa, si compie, inconsciamente o meno, per la felicità...
e adesso passo al senso della vita... è vero, a causa della ragione e del mio ateismo sono andata in depressione, proprio perchè non sapevo attribuire un senso a questa vita, che prima non c'era, in futuro non ci sarà e che per caso mi ritrovo a dover affrontare... ma anche grazie alla ragione, alla filosofia, sono riuscita ad andare avanti, felice del punto a cui sono arrivata, e che conferma con uno strato di saggezza la mia professoressa di filosofia: la vita non ha alcun senso se non la vita stessa.. quindi tu mi chiedi: perchè vivere, se un giorno non esistiamo?.. beh, per vivere.. e dopo questa "rivelazione" la vita, che prima era sotto tutti i punti di vista solo una grande rottura di palle, diventa favolosa... io posso vivere... la vita non è nulla, ma adesso c'è e la vivo, momento dopo momento... al massimo... perchè, appunto, vivo per vivere... non ricordo quale famoso cantante rock degli anni 80 disse "io non voglio morire... vorrei non essere mai nato"... ed è questo il mio stesso pensiero... adesso sono in vita, e voglio vivere... ma se non fossi mai nata, dove sarebbe stato il problema? come tutto, anche questo concetto è relativo... per me la vita è relativamente al non essere mai nati una rottura di palle... relativamente al morire, una cosa fantastica...
a che serve quindi dare un altro senso alla vita? un altro scopo? la vita ha già di per sè lo scopo di vivere...
e riguardo alla probabilità che dio esista... beh, andando così possiamo continuare all'infinito... Ad esempio, tempo fa ho letto un libro che parlava della vita di alcuni adolescenti... il libro è secondo me molto superficiale e divertente, ma contiene un pensiero di uno dei ragazzi che mi ha fatto pensare molto... Ben (appunto, il ragazzo del libro) dice: “[…]Sapete, ho una squadra invisibile di aiutanti magici che eseguono ogni mio ordine. So che è ridicolo. Ovviamente sono pazzo. Ma, immaginate. Mettiamo che sia vero. Voi non lo sapete. Non potete dimostrare nulla. È una questione di fede. Stessa identica cosa con il vecchio Dio, no? Non potete vedere neanche lui. Non sapete mica se esiste per davvero. Dio, aiutanti magici... In fondo rappresentano tutti lo stesso grosso problema di credibilità. Qualcosa che ha a che vedere con l‘agire in modi misteriosi o, come dico io, l‘essere invisibile. Questi esseri hanno tutta una serie di stupide regole. Sono così morali, il che taglia fuori gran parte della roba che io voglio, tanto per cominciare. E sono permalosi. Se per esempio chiedete loro di portarvi il Taj Mahal, o di dotarvi di un pene di trenta centimetri, o di farvi diventare milionari o qualcosa di simile, qualcosa di molto utile e desiderabile, loro si rifiuteranno di accontentarvi; eppure non ci metterebbero nulla se solo volessero. Per loro sarebbe un‘ovvietà troppo grande. Sarebbe come chiedere di dimostrare la loro esistenza, il che significherebbe che voi non credete abbastanza in loro… e se loro capiscono minimamente che voi non credete in loro come si deve, mettono subito il broncio e diventano scontrosissimi. Quel che si deve fare, invece, è chiedere loro di fare cose possibili. Cose di cui non avrai mai certezza che siano accadute per caso o per magia.[…]”
Perché non credere quindi negli aiutanti magici??
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