Ecco perchè vivo di filosofia

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-tix89-
view post Posted on 13/4/2007, 14:15




CITAZIONE
ESEMPIO
Accade qualcosa nel tuo gruppo di amici; quando è accaduto, tu non eri lì presente. Ti riferiscono l’accaduto i tuoi amici. Loro l’hanno visto, e te lo dicono. Tu però non hai visto proprio nulla: devi fidarti. Peggio se la notizia si passa di mano in mano e ti giunge da uno sconosciuto; si aggiungono particolari che prima non c’erano. Di fondo, però, resta l’accaduto.

Allora puoi fare 2 cose: crederci o non crederci.

Può la ragione risolvere questo dubbio? No.

Ma io su quel che ha fatto il mio amico non ci baso regole morali, sociali e tutto il resto... quindi credere o meno a ciò che mi viene detto da altri non mi porterebbe a nessun cambiamento rilevante nella mia vita...

CITAZIONE
Quando tu ami veramente un ragazzo, ma lui non ricambia, cerchi di dimenticarlo, pensando cose cattive e spregevoli per “annientare” il tuo amore per lui. Saprai sicuramente bene qual è il finale: non lo dimentichi. A cosa è dovuto questo? Alla ragione? No. Ecco, sono convinto che veramente esiste la realtà del cuore.

Ma l'amore è terribilmente irrazionale... "L'amore è la pazzia del saggio e la saggezza dello sciocco" dice Samuel Johnson.. non so cosa Johnson abbia voluto dire con "saggezza dello sciocco", ma so per mia esperienza cosa vuol dire che l'amore sia la pazzia del saggio... non che io mi reputi una persona saggia, assolutamente no... ma principalmente razionale si, e so cosa vuol dire trovarsi una situazione in cui non si riesce a fare a meno dell'essere irrazionali... l'amore è quindi, almeno per me, l'unica cosa irrazionale a cui non sfuggo... e come potrebbe la razionalità annullare o alleviare qualcosa di irrazionale? qualcosa che non è assolutamente collegato con essa?
 
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ES_ErMejo89
view post Posted on 13/4/2007, 14:48




Per fedemore98:
Nella religione cattolica Dio si è rivelato…. Si tratta ugualmente di credere a quello che Egli dice… si dice che Gesù abbia fatto miracoli nel vero senso della parola, ma si tratta sempre di credere o no…

Per tix89:
Le regole sociali e morali, nel mio esempio, non sono altro che i criteri con cui ti affidi alla persona che te lo dice: un conto è se te lo dice il tuo migliore amico ed è un altro caso se a dirtelo è uno sconosciuto…anche qui hai messo dei criteri: lo conosco? È affidabile?

Sei troppo attaccata all’esempio… che il cuore sia saggezza o stoltezza non determina il risultato finale: non puoi comunque scegliere con la ragione.

Mi dirai che si tratta di istinto? Boh… :wacko:
E si ritorna al punto di partenza…Credere o non credere… :huh:
 
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-tix89-
view post Posted on 13/4/2007, 20:31




CITAZIONE (ES_ErMejo89 @ 13/4/2007, 15:48)
Per tix89:
Le regole sociali e morali, nel mio esempio, non sono altro che i criteri con cui ti affidi alla persona che te lo dice: un conto è se te lo dice il tuo migliore amico ed è un altro caso se a dirtelo è uno sconosciuto…anche qui hai messo dei criteri: lo conosco? È affidabile?

Sei troppo attaccata all’esempio… che il cuore sia saggezza o stoltezza non determina il risultato finale: non puoi comunque scegliere con la ragione.

Mi dirai che si tratta di istinto? Boh… :wacko:
E si ritorna al punto di partenza…Credere o non credere… :huh:

Mah... nel tuo esempio non vedo nessun riscontro su regole morali e sociali... il credere all'avvenimento, chiunque sia la persona da cui è raccontato, non comporterebbe nessuna conseguenza in quel campo... proprio per questo non può essere paragonato al credere o meno ad un avvenimento tramandato ormai da 2000 anni, per di più non affatto logico...
La decisione del credere o meno a qualcosa è infatti soprattutto collegata alla credibilità logica (ovviamente relativa a ognuno di noi) che il qualcosa ha...

E poi si che si sceglie con la ragione.. al massimo tu con la ragione puoi decidere di scegliere ciò che ti detta il cuore o un'altra via, ma è sempre la ragione a decidere... il caso in cui tu non decidi, ma agisci d'istinto (appunto..), è diverso... non c'è alcuna scelta, ma solo un'azione...
 
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ES_ErMejo89
view post Posted on 16/4/2007, 22:07




Vedo sulla home del forum che domandi se la felicità sia razionale o meno... puoi anche sforzarti di trovare la soluzione, ma essa è soggettiva....la felicità in sé non saprai mai cos'è...ognuno ha il suo modo di concepire la felicità: per epicuro è assenza di dolore; per gli stoici è la virtù...ecc

Facendo così non si arriva mai alla felicità...ci si domanda su cosa sia, ma non si raggiungerà mai. Pascal diceva la stessa cosa, cioè l'uomo non cerca le cose, ma la ricerca delle cose, vivendo proiettato nel futuro e trascurando il presente.

Ma che felicità potrà mai trovare un superuomo??

Ognuno cerca la felicità...questo è fuori discussione.

Il superuomo dove troverà la sua felicità?? No di certo in Dio...allora nella materia. La materia è effimera e transeunte...la felicità che deriva da essa non è duratura... se ti affidi al pensiero bisogna anche ricordare che esso non è tutto, e ogni ragionamento potrà essere sempre confutato.

E sul senso della vita??

Le sue azioni gli danno il senso della vita. Riflettiamo: qual è l'azione principale che accomuna uomini e superuomini dalla nascita fino alla morte?? La sopravvivenza. Ogni giorno ci trasciniamo dalla mattina alla sera, lavoriamo per guadagnare e mangiare, tutto finalizzato alla sopravvivenza. Ma perché sopravvivere se prima o poi la morte arriva? Si mangia e si beve per non morire, ma la morte arriverà... quanta fatica spendi solo per evitare la morte? E come reagisci al pensiero che essa arriverà????? La vita è un affare che non copre le spese.

Alla fine, questo superuomo non ha proprio nulla di super: se non riesce a risolvere questo problema di fondo, come riuscirà a vivere una vita felice? Altro che super, questo ipotetico superuomo non sarebbe neanche pari agli animali, bensì inferiore , in quanto lui, che è dotato della ragione e del pensiero, non riesce a risolvere questi problemi...nonostante sia super. Gli animali non hanno la ragione...ma il superuomo si.... e non riesce a spiegare la realtà; si rifugia nel detto di Nietzshe secondo cui " la vita non ha un senso intrinseco dentro di se, bensì siamo noi con le nostre azioni a darle un senso"; ma che senso darà il superuomo alla luce di quanto detto sopra???? Anche chi crede in questo non ci pensa; l'accetta e basta. Ma ci avete riflettuto?? Se qualcuno ci riflette, poi si suicida.

La felicità vera è quella duratura...quella eterna. Credere in Dio non è uno sbaglio...non è "divertissiment".

Qualcuno potrebbe dire che per sfuggire al pensiero della morte l'uomo crede in Dio...ciò allora sarebbe proprio il "divertimento" di Pascal.....se così fosse, allora Dio è un illusione...

Ma l'illusione è qualcosa che, in fin dei conti, non esiste...

Ma Dio non sappiamo se esiste o non esiste...è inutile predisporsi a confutare o ad affermare una delle 2 tesi... non si può passare dalla logica all'ontologica...non puoi mai affermare con certezza che Dio esiste o non esiste... la logica e la realtà inoltre non sono tanto "amiche"... una pallina, cadendo, per l'attrito con l'aria, si riscalda...ma non significa che la pallina ferma si alza da terra se amministri la stessa quantità di calore...

Dunque non si può determinare l'esistenza o la non-esistenza di Dio...

Kant lo spiega bene tutto questo...

Dio allora non è illusione...è PROBABILITA'.

Dio può esistere o non esistere... non lo sapremo mai.

Kant è agnostico, nega la possibilità di determinare l'esistenza o non-esistenza di Dio.

Allora la realtà assume una diversa accezione. Il mondo è transeunto; Dio potrebbe esistere. Se ci credi, non ci perdi nulla.

Se ci credi, puoi guadagnare l'infinito.

Se non ci credi, perdi anche l'unica possibilità.

Quello che perdi credendo in Dio è uguale a quello che perdi non credendo in Dio...nel primo caso però hai una possibilità di vincere.

<<dovunque ci sia l'infinito, e non ci sia un'infinità di probabilità di perdere contro quella di vincere, non c'è da esitare, bisogna tutto impegnare (Blaise Pascal)>>, ovvero bisogna predisporsi ad arrischiare il finito per ottenere l'infinito.

Se non ti piace il Dio cristiano, puoi anche essere un agnostico... credere in un Dio che non si può conoscere... già è diverso...
 
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fedemore89
view post Posted on 17/4/2007, 12:16




...in effetti superuomo è una traduzione impropria, che starebbe a indicare un uomo superiore agli altri. Nietzsche parla piuttosto di oltre-uomo, un uomo non schiaccia gli altri, ha dei valori differenti da coloro che non si sono ancora liberati di dio. L'Oltreuomo è colui che dice sì alla vita e al mondo. E ' normale che le gioie e le felicità di un uomo che ha allontanato dio da se siano effimere, effimere come la vita che sta vivendo, la vita va vissuta e apprezzata in ogni momento cercando di godersela più che possiamo. E' vero, la morte arriverà, magari quando meno ce lo aspettiamo, ma non dobbiamo pensarci, dobbiamo godere del periodo in cui siamo vivi.

"Non v'è rimedio per la nascita e la morte, salvo godersi l'intervallo" (Schopenhauer)

Bisogna essere forti nell'accettare la nostra misera fine senza appellarci a falsi idioli cercando di disotgliere la nostra mente da questi problemi; è vero, a prima vista la vita può apparire disperata....e guardando meglio può sembrare proprio uno schifo, ma la virtù dell'uomo sta nell'accettare questa condizione.

"Io so bene che mi sentirò ripetere che la mia filosofia è disperata; ma solo perché io parlo secondo verità, e gli uomini vogliono sentire invece le lodi di Dio che ha ordinato il tutto secondo il meglio. Ma allora andate in chiesa e lasciate i filosofi in pace" (Schopenhauer)

In fonodo è questa setessa misera condizione che fa a gire gli uomini in vista di un fine: la sopraffazione degli uni sugli altri, la vita è una lotta in cui i più forti vincono e i deboli, i malriusciti devono perire...è la potenza che muove l'uomo, la volontà di potenza...

Sicuramente la felicità eterna sarebbe migliore, ma questo è un mondo terreno e non vi è spazio per l'idealismo, idoli ai quali gli uomini si legano per superare le difficoltà...
 
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-tix89-
view post Posted on 19/4/2007, 13:48




beh, si è aperto un discorso molto interessante... discorso per cui la scorsa estate sono stata in depressione seria... ma poi ho trovato una via d'uscita proprio in ciò che inizialmente mi aveva portata a deprimermi: la ragione...

innanzitutto voglio dire che l'Oltreuomo può essere anche triste perchè non trova un senso concreto alla vita, ma se è arrivato a questa conclusione, vuol dire che gli portava felicità il fatto di intraprendere questa ricerca personale... tutto, qualsiasi cosa, si compie, inconsciamente o meno, per la felicità...

e adesso passo al senso della vita...
è vero, a causa della ragione e del mio ateismo sono andata in depressione, proprio perchè non sapevo attribuire un senso a questa vita, che prima non c'era, in futuro non ci sarà e che per caso mi ritrovo a dover affrontare... ma anche grazie alla ragione, alla filosofia, sono riuscita ad andare avanti, felice del punto a cui sono arrivata, e che conferma con uno strato di saggezza la mia professoressa di filosofia: la vita non ha alcun senso se non la vita stessa..
quindi tu mi chiedi: perchè vivere, se un giorno non esistiamo?.. beh, per vivere..
e dopo questa "rivelazione" la vita, che prima era sotto tutti i punti di vista solo una grande rottura di palle, diventa favolosa... io posso vivere... la vita non è nulla, ma adesso c'è e la vivo, momento dopo momento... al massimo... perchè, appunto, vivo per vivere...
non ricordo quale famoso cantante rock degli anni 80 disse "io non voglio morire... vorrei non essere mai nato"... ed è questo il mio stesso pensiero... adesso sono in vita, e voglio vivere... ma se non fossi mai nata, dove sarebbe stato il problema?
come tutto, anche questo concetto è relativo... per me la vita è relativamente al non essere mai nati una rottura di palle... relativamente al morire, una cosa fantastica...

a che serve quindi dare un altro senso alla vita? un altro scopo? la vita ha già di per sè lo scopo di vivere...

e riguardo alla probabilità che dio esista... beh, andando così possiamo continuare all'infinito... Ad esempio, tempo fa ho letto un libro che parlava della vita di alcuni adolescenti... il libro è secondo me molto superficiale e divertente, ma contiene un pensiero di uno dei ragazzi che mi ha fatto pensare molto... Ben (appunto, il ragazzo del libro) dice:
“[…]Sapete, ho una squadra invisibile di aiutanti magici che eseguono ogni mio ordine. So che è ridicolo. Ovviamente sono pazzo. Ma, immaginate. Mettiamo che sia vero. Voi non lo sapete. Non potete dimostrare nulla. È una questione di fede. Stessa identica cosa con il vecchio Dio, no? Non potete vedere neanche lui. Non sapete mica se esiste per davvero. Dio, aiutanti magici... In fondo rappresentano tutti lo stesso grosso problema di credibilità. Qualcosa che ha a che vedere con l‘agire in modi misteriosi o, come dico io, l‘essere invisibile. Questi esseri hanno tutta una serie di stupide regole. Sono così morali, il che taglia fuori gran parte della roba che io voglio, tanto per cominciare. E sono permalosi. Se per esempio chiedete loro di portarvi il Taj Mahal, o di dotarvi di un pene di trenta centimetri, o di farvi diventare milionari o qualcosa di simile, qualcosa di molto utile e desiderabile, loro si rifiuteranno di accontentarvi; eppure non ci metterebbero nulla se solo volessero. Per loro sarebbe un‘ovvietà troppo grande. Sarebbe come chiedere di dimostrare la loro esistenza, il che significherebbe che voi non credete abbastanza in loro… e se loro capiscono minimamente che voi non credete in loro come si deve, mettono subito il broncio e diventano scontrosissimi. Quel che si deve fare, invece, è chiedere loro di fare cose possibili. Cose di cui non avrai mai certezza che siano accadute per caso o per magia.[…]”

Perché non credere quindi negli aiutanti magici??
 
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fedemore89
view post Posted on 20/4/2007, 22:05




bellissimo l'estratto del libro :D
 
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dodi li
view post Posted on 11/6/2007, 15:38




cara tix, ciao federmore 89, ciao ES_ErMejo89

ho letto i vostri interventi e mi è parso un dialogo sereno, intelligente, piacevole.

Tornerò a rileggerlo perchè mi piace davvero e voglio imprimermi i vostri punti di vista nella mente.

Ecco perchè vivo di filosofia

Credo che viviamo di filosofia perchè è la risorsa più intrigante, risolutiva, proficua che abbiamo a disposizione per donare alla nostra vita profonda coscienza di noi, degli altri, di ciò che ci circonda e per apprezzarla pienamente.

La filosofia non serve a nulla, dirai; ma sappi che proprio perchè priva del legame di servitù é il sapere più nobile.(Aristotele)

Tanti cari saluti. dodi li image
 
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lord berna
view post Posted on 19/6/2007, 17:00




CITAZIONE
In realtà in me la filosofia sostituisce già la fede..

Hai ucciso dio e ora ti senti orfano, e fai della politica, della scienza la tua filosofia. Questo è quello che diceva Friz, e qui non posso che dargli ragione.
CITAZIONE
se un dio esiste avrà sentimenti non umani e credo che non punirebbe le sue amate creature

Mah un Dio troppo alto e indifferente secondo me è alquanto inutile, secondo me se l'uomo deve credere, Dio dovrebbe essere la proiezione del popolo che lo ha creato, ma non deve, come il Dio cristiano, frutto delle parti più basse della società, un Dio castrato contro natura, ma bensì un Dio fiero di sè, che ti spinge a migliorarti, quindi deve essere amico e nemico. Ecco, secondo me questo sarebbe un Dio utile.
 
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FraRebu
view post Posted on 10/8/2007, 10:42




Ho letto con interesse la discussione e volevo chiedere una cosa a Tix e anche a voi altri:
non vi è mai capitato per il vostro "slancio di andare al di là" di trovarvi in difficoltà comunicativa con i coetanei (e parlo di giovani, dai 15 ai 20 anni), di essere fraintesi o non capiti, di non essere in sintonia con i coetanei e magari più vicini a persone più "mature"...

A me questo è capitato, perché prima riuscivo a vedere le cose (o meglio "vedere credendo di vedere") in modo più conformista, ora non riesco più a rientrare nella massa, per certi versi sono contento e fiero, e lo considero la giusta via, ma per altri versi mi fa pensare..
Sento che questa è l'unica via possibile ma ogni tanto invidio e nello stesso tempo rifuggo dalla "via facile", dal conformarsi, dall'assecondare la società, dal lasciarsi portar via dalla "fiumana del progresso" senza reagire; è deprimente ma è molto più facile...
Raccontate le vostre esperienze!

Per tornare al tema dell'esistenza di un dio, anch'io non credo in un Dio cristiano, però
troppe cose non mi permettono di credere che tutto è gratuito, che non vi è alcuna forza superiore, faccio degli esempi: innanzitutto l’ordine dell’universo, anche geometrico riscontrabile nelle stelle come nei cavoli, il fatto che al momento dell’annichilazione la quantità di materia era maggiore di quella di antimateria, certe regolarità dei cicli, le contraddizioni del darwinismo (non posso ridurre tutto al binomio caso-necessità), l’armonia della natura nella sua semplicità e nel suo splendore; ogni cosa uscendo di casa se la si guarda con un certo occhio (come la radice ne “La Nausea” di Sartre) assume un forte significato, quello che assume per me però è opposto a quello dell’esempio della radice, per me ogni cosa è troppo cosa (spero di non incasinarmi troppo ma è dura spiegarmi) per essere gratuitamente tale; ogni cosa è troppo “giusta” è troppo consistente e perfetta per essere frutto del caso, se vogliamo gli atomi si sono aggregati in modo troppo complesso...
Forse potete dire che cado nel tranello di: non so spiegarmi certe cose e allora ricorro a Dio; ma non è meglio questo che cercare di spiegare tutto e in verità non spiegare niente?
Detto questo non credo in Dio persona, ma credo in una forza o in una somma di forze che hanno dato ordine al cosmo, ad un qualcosa di così diverso da noi da essere irriconoscibile ma che ha permesso tutto ciò che c’è, rifuggo dal materialismo che svilisce l’uomo e la natura....
Mah spero di essere stato almeno comprensibile (anche se non condividete) e scusate la lunghezza...
 
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canefantasma
view post Posted on 17/8/2007, 19:06




Non si deve subordinare la vita alla filosofia.
La filosofia è mezzo per la vita, e non contrario.
 
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FraRebu
view post Posted on 17/8/2007, 19:39




Grazie per la perla di saggezza...
 
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canefantasma
view post Posted on 18/8/2007, 01:38




CITAZIONE (FraRebu @ 17/8/2007, 20:39)
Grazie per la perla di saggezza...

Mica mi riferivo a te.
Neanche l'ho letto il tuo post.
Mi riferivo alla affermazione iniziale.

Si deve filosofare vivere e non vivere per filosofare.

E' una distinzione fondamentale.

Edited by canefantasma - 18/8/2007, 11:11
 
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FraRebu
view post Posted on 18/8/2007, 08:14




Ok concordo allora, però il post è interessante quindi ti consiglio di leggerlo
 
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charlus jackson
view post Posted on 21/10/2007, 13:58




Ehi, noto con piacere che è pieno di utenti della mia stessa età!
Io sono di propensioni mistiche, e dal mio punto di vista mi suona quasi inspiegabile come si possa inserire Dio in una struttura che direi troppo rigorosa come quella della filosofia cristiana. La religione cristiana mi sembra più che l'opera di Dio che guida gli uomini, l'opera di uomini che irregimentano Dio. Questo almeno nelle sue evoluzioni. Certo, alla base, nella rivelazione, si è detto, la religione si articola su due soli punti: l'Ente e l'Amore. Trovo che, sovrastrutturale a questo, ci sia come una dose di retorica, quasi che l'uomo non potesse capire questi due punti fondamentali e avesse bisogno di mettervi del proprio.
Dal mio punto di vista, Dio per l'uomo è dotato di significato nella misura in cui Lo si sente. Ha valenza limitata affermare come negare un trionfo dell'uomo oltre la morte. Un discorso del genere ci fa arrivare sostanzialmente all'Oltreumano, soprattutto nel senso del Sublime kantiano, esperibile forse su un piano esclusivamente emotivo e non contemplabile razionalmente (anche se ho appena letto un post che sembra suggerire che la teoria einsteniana insinui di superare questo, se ho capito bene). Affermare razionalmente l'Infinito ha un senso limitato, perchè, che Dio vi sia, si riveli o meno, non è nel campo delle affermazioni attinenti alla ragione che se ne ha coscienza conclusa. E' per questo che dico che Dio per l'uomo ha un significato solo nella misura in cui ci si può avvicinare ad esperirLo, ed è per questo che sono giunto al misticismo.
Personalmente, ho una concezione molto proustiana dell'arte. L'arte è l'autentica traduzione dell'estasi: nell'arte l'uomo si fa oltreumano nel senso che va oltre sè, il sè contingente che gli è proprio.
Ma l'arte può valere per un ateo come per un mistico: per questo non capisco chi vede gli atei come se si accontentassero del banale.
Devo fare un piccolo appunto: mi sembra che il senso iniziale di questo post ruotasse intorno all'idea che la Verità sia spiacevole per l'uomo. A meno che non si arrivi a sostenere qualcosa come che la Verità non prescinde dall'uomo, ma si adatta all'uomo, naturalmente si tratta di un punto di vista relativo. Io spesso parlo di verità estatica. Comunque capisco questo tipo di emozione: la consapevolezza del tragico che non genera emozioni tragiche, ma anzi purifica. Direi che è anche alla base dell'associazione artistica di tragedia e catarsi, resa da Bergson che la paragona a una "concentrazione dell'anima in attesa di una trasformazione", una trasformazione almeno probabile.
 
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96 replies since 29/3/2007, 12:23   1559 views
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