Il tuo post "dell'uomo" è molto bello, sei riuscito in modo chiaro a spiegare concetti che in effetti dovrebbero essere bagaglio culturale di tutti, ma che a causa della crescente specializzazione non sono spesso noti, anche se in linea teorica dovrebbero. Un poco è colpa del fatto che i programmi scolastici sia in chimica che fisica sono fermi al primo dopoguerra, soprattutto in un paese come questo dove la cultura scientifica latita, quella filosofica non ne parliamo... Insomma tu hai servito molti assaggi appetitosi, l'invito è di sedersi a tavola ed ordinare, visto che la letteratura che spazia in questo genere di cose non manca proprio.
CITAZIONE
La sintropia è una tendenza che sembra andare in parallelo all'entropia e che anzi è strettamente legata a quest'utlima. Ora spiegherò perchè.
L'entropia entra in atto quando due elementi vengono a contatto; in tale momento le loro energie si uniscono livellandosi. Per energia intendo un concetto piuttosto vago che spazia dal calore alla posizione spaziale, ect.
Ma nel momento in cui due elementi vengono a contatto, essi formano un nuovo elemento composto con proprietà emergenti dalla relazione di due, e di fatto si sviluppa un processo sintropico.
Tuttavia, di tutte le combinazioni possibili poche portano poi ad una vera e propria evoluzione nel senso stretto del termine (immaginiamola come un'evoluzione, processo in cui la "selezione naturale" gioca un ruolo chiave), perciò la sintropia necessita di un elevatissimo numero di processi entropici prima di poter dare alla luce risultati considerevoli.
L'Uomo è uno di questi risultati
Anni fa ebbi la fortuna di recarmi qui a Torino dove risiedo, ad un convegno dove era ospite il premio nobel per la biochimica Ilia Prigogine, uno dei padri della teoria del Caos. Per quanto il dibattito risultasse alla fine deludente, quelle che non fu messo tanto in luce era che egli guidava un movimento scientifico filosofico che aveva trovato una strada intermedia tra l'ottimismo Bergsoniano ispirato all'élan vital (slancio vitale) e il pessimismo dell'evoluzionismo neo Darwiniano che vedeva in Monod il suo principale ispiratore.
La tua spiegazione del processo sintropico da una parte mantiene le caratteristiche del gradualismo Darwiniano che procede verso la complessità biologica in modo continuo, ed associ tale interpretazione, ad un progresso triadico che ricorda molto quello Hegeliano, cioè tesi-antitesi rappresentato dal processo entropico, che procede necessariamente verso una sintesi, che tu indichi come complessità con caratteristiche emersive.
Ora sebbene questa interpretazione è suggestiva, a suo modo elegante e si leghi bene filosoficamente a ciò che nella storia del pensiero occidentale è stato già sostenuto (avrà fatto felice Ego?), temo di dover manifestare alcuni dubbi a tal proposito. Non tanto per le tue conclusioni generali che in gran parte mi sento anche di condividere e nemmeno per la cavalcata che hai compiuto, magari forse un po troppo forsennata ma certo inebriante, ma perché tutto si regge su ipotesi un pochetto claudicanti.
Vedi quando a metà dell'ottocento, i principi di conservazione quantitativi che avevano retto così bene in chimica, furono applicati ai processi termodinamici sorse il problema che qualcosa
nel processo di trasformazione tra energia termica e meccanica andava perduto. Era stato scoperta l'entropia, che era un processo squisitamente qualitativo, la scienza aveva fatto un passo avanti inaudito, aveva scoperto una possibile spiegazione meccanicistica del divenire. L'applicazione cosmologica del secondo principio della termodinamica comportava che l'universo appariva come un motore che conserva se stesso in termini quantitativi, ma che si consumava in termini qualitativi.
Il modello portava a propendere per due conclusioni:
1)L'universo doveva essere interpretato come un sistema chiuso e quindi finito (bye bye antinomia kantiana)
2)L'universo avrebbe consumato se stesso in una gelida morte.
L'impatto psicologico di queste due notizie, soprattutto la seconda avrebbe dovuto scuotere l'opinione pubblica, aprire grandi dibattiti, ma con sorpresa, nello stesso periodo un certo Charles Darwin era sbarcato dal Beagle ed aveva pubblicato un libro che stava scuotendo l'intero mondo vittoriano. La cosa appare sorprendente, perché la visione pessimistica della termodinamica risultava assai ammansita dalla teoria dell'evoluzione. Ma la mentalità ristretta fideista, il preteso antropocentrismo non accettavano che l'uomo dotato di anima immortale, fosse mischiato al mondo naturale che la gente vedeva negli zoo e nelle campagne. Darwin invece che aveva viaggiato aveva scorto un mondo naturale meravigliosamente bello, che non era lì solo perché l'uomo lo guardasse e se ne servisse, era li per sé. Poco importava che da quanto si evince egli fosse un credente e sostenesse che l'evoluzione avrebbe condotto ad una perfezione biologica.
Come si può vedere il dualismo sintropico-entropico è una posizione piuttosto vecchia, tant'è che quando l'evoluzione fu integrata all'interno del mondo scientifico alcuni biologi francesi colti dall'entusiasmo coniarono l'élan vitale cioè videro nell'evoluzione un principio vitale (Dio) che dal di dentro governava e spingeva la vita biologica verso l'alto, tesi che ispirò molto Bergson a tal punto che in punto di morte pare abbia sussurrato "l'universo è una macchina che genera Dei...".
Il signor Russell nel suo ateismo, mi sembra di aver letto in suo scritto qualcosa come :"se è così lavora davvero male" (detto con parole mie, ma dal buon Bertrand è credibile)
Ho fatto tutto questo semplicistico excursus storico, per come io lo conosco, per portarti qui. Prendere la tua teoria, spalmarla sulla fetta biscottata, lasciarla inavvertitamente cadere, e come il cinico Murphy insegna, vederla in genere, spiattellarsi a terra dal lato imburrato, con la tua teoria tra il pane ed il pavimento.
Ilia prigogine divenne famoso, per la scoperta dei "sistemi dinamici dissipativi", ovvero i sistemi complessi funzionano secondo la sua interpretazione in questo modo, in genere sono stabili, finché entrano in crisi per un sovraccarico di energia materia o informazione, Crisi in greco vuol dire bivio, due strade o si evolve verso una nuova forma di autorganizzazione in grado di gestire il sovraccarico (dissipazione) in un nuovo stato di equilibrio o crolla verso uno stato meno organizzato.
Due vie, Acceso o spento, o Vita o Morte.
Se ci pensi è molto più credibile di un processo graduale, continuo e teleologico, è molto più realistico, fa molto di più "esistenza". Il processo triadico è elegante ma è troppo lineare, troppo semplicistico nel rappresentare i processi della complessità, Si muta a seguito di masse critiche, che generano nuove cristallizzazioni, se i processi nascessero dal semplice incontro tra due elemnti che come sostieni vengano a contatto, il risultato sarebbe una medietà. e' pur vero che se mischio il caffè ed il latte ottengo il caffèlatte, ed è vero che esso è emerge dai due elementi costitutivi, ma questo a mio modo di vedere non è sufficiente a giustificare la progressione sintropica. Bisogna invece cercare gli stadi lontani dall'equilibrio, solo dove la tensione si fa massa critica, lì sorge il nuovo, li la creatività ha la possibilità di esprimersi.
Kurt Godel, mori di fame, lo trovarono ranicchiato nel suo letto, in posizione fetale. non mangiava per timore di essere avvelenato, il suo cervello geniale era ossessionato dal lato metalinguistico, dall'aspetto recondito della realtà, lo uccise la paranoia, ma dietro cosa c'era? Overload...
Il suo lavoro forse dimostra che non possiamo creare macchine autocoscienti, ma non dice affatto che esse non possano divenirlo, autonomamente, perché noi abbiamo messo insieme le condizioni perché l'autocoscienza si manifesti emergendo per propria autorganizzazione. Se lo siamo divenuti noi perché non può accadere a loro?
Chi investe di più nell'AI, la Nasa e chi altro? L'industria militare... Perché la guerra non la vuole fare più nessuno, e allora perché non farla fare a loro. Solo che se accadesse che per incidente, qualcuna di quelle macchine non volesse più morire, che farebbe?
Io ogni tanto penso che ai filosofi del futuro potrebbero aprirsi parecchie opportunità di lavoro... come... domatori di leoni.
attendo replica.
p.s. comunque ripeto il tuo scritto mi è piaciuto molto.
Edited by Farvat - 31/8/2007, 11:59