Mente e Cervello, Ascesa e caduta del concetto di coscienza

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EgoTrascendentale
view post Posted on 5/10/2007, 12:48 by: EgoTrascendentale




CITAZIONE (Farvat @ 5/10/2007, 11:22)
La divisione con cui Cartesio separa le sostanza in due distinte, non era proprio una sua invenzione, ma diciamo che egli la codifica per la posterità in quel rigido dualismo che la filosofia come la scienza hanno cercato e ancora cercano con grossi sforzi di eliminare.

vero, la separazione avviene principalmente con platone. ma mentre in platone è ancora linguistica e "mitica", in cartesio la cesura è netta.
di mezzo ci stanno i teologi medievali. sarai d'accordo con me nell'asserire che la separazione avviene in modo mediato e graduale nel corso della storia delle Idee.
In platone, secondo la bellissima metafora della relatrice G. Tagliavia, le idee sono un pò come il nostro cielo a partire dal quale ci osserviamo gli aquiloni spostarsi. Noi che guardiamo verso l'alto, il cielo sullo sfondo resta lì, immobile e fa da sistema di riferimento al moto (divenire) degli aquiloni.
per tanto la distinzione tra sensibile e metasensibile non è la distinzione che sarà presente e forte in kant nella CRP quando si distingue Estetica Trascendentale dall'Intelletto. infatti platone non ha bisogno di uno schematismo trascendentale perchè regredendo la visione al ricordo dell'eidos crea questa trascendenza del sensibile verso il metasensibile.
ma questa trascendenza non è metodologica, non è "mentale" (in senso moderno) ma è propriamente ontologica. è la famosa "metessi" tra eidos e cosa sensibile.
in cartesio ciò sussiste ancora ma lo può solo perchè ci sta da una parte il cogito e dall'altro dio.
infatti tutta la filosofia fino a Kant escluso avrebbe trovato in Dio la "figura" mgliore per garantire l'accordo tra intelletto e cosa (sto pensando - seppur opposti - a Spinoza e a Berkeley).
proprio la critica della ragion pura metterà fuori gioco Dio. infatti l'accordo tra cosa e intelletto dipende dalle leggi dell'intelletto: se io tolgo l'intelletto così come, anche la cosa così com'è sarà diversa.
si tratta di ciò che kant dichiara essere il suo maggiore contributo alla filosofia: la famosa "rivoluzione copernicana".

la separazione veramente netta tra le res è cmq assai problematica, perchè riguarda lo statuto ontologico del male.
come può essere inteso il male del mondo (invasioni barbariche, guerre, peste, carestie ecc...) se siamo stati tutti "già salvati" dal sacrificio del Cristo?

non dimentichiamo lo sforzo di quanti hanno inteso che il Male è il Non-essere.
ma qui ritorna prepotente la domanda: se il male è il non-essere che cos'"è" questo male che sento?
nasce la distinzione in modo assai sottile tra essenza ed esistenza.
la scoperta fu tale che Tommaso decise di dedicarvi un'opera (De essentia et de esistentia).
Opera che dovette impressionare non poco una giovine studentessa di origine ebree assistente di zio Ed (leggi: Husserl).

la questione del male, del diavolo, del peccato comportano dei problemi teleologici che hanno risvolti pesantissimi sulla filosofia: la libertà dell'individuo nella politica e nell'etica di aristotele ha nulla a che vedere con il peccato.
e del resto, ironia della sorte, nel Medioevo come in Socrate scompare la distinzione tra reato e peccato perchè in ambedue i casi si deve rendere conto non all'uomo bensì al dio.

Cartesio riprende tutto ciò come quasi un'ovvietà. del resto si era formato presso i gesuiti....
 
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5 replies since 2/10/2007, 09:27   154 views
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