la malattia mentale

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Sgubonius
view post Posted on 2/11/2009, 06:24




Capisco il discorso, ma ci sono molti problemi...

1) volontà di potenza è volontà di volontà, quindi è l'opposto del decidere cosa fare, è l'indecisione elevata a statuto, è la potenza di fare che mai vuol diventare realmente atto.

2) la differenza ontologica non è questo, almeno non in Heidegger: se l'essere è una totalità eternamente fissa, substrato su cui si alternerebbero dei fenomeni, siamo ancora ad una concezione dell'essere come totalità degli enti, o come ente generalissimo, e via dicendo. La differenza ontologica passa invece nel totale abbandono del legame fra gli enti e l'essere, nella destituzione dell'esserci come metro di analitica esistenziale e nel passaggio al concetto di evento fra tempo ed essere.

3) c'è una forte ambiguità nell'ultima frase, che differenza c'è fra una volontà che sa cosa è assegnata ad ottenere ed una nolontà? Se si tratta di volere ciò che accade, saresti nella volontà di potenza (nietzsche e l'amor fati), se si tratta di annullare il divenire fenomenico saresti nello schopenhauerismo.

4) non è chiaro come sussista questa totalità quando gli errori dovessero tutti finire, oppure è un ciclo con errori che tornano e rispariscono? E anche fosse, se è fuori dall'apparire, che ci frega del superamento?
 
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GiuseppeMP
view post Posted on 2/11/2009, 18:37




1) la volontà di potenza non è per niente potenza di fare (perché il far qualcosa è contraddittorio, impossibile, proprio perché tutto è già in atto), ma è volontà che vuole attuare l'inattuabile.

2)Heidegger non c'entra. La differenza ontologica di cui parlo è la differenza tra il Tutto concreto e sé in quanto astrattamente posto.

3)La volontà che non è volontà di potenza è la potenza autentica, cioé la volontà che va verso ciò che essa stessa sa già di avere ottenuto : io vado verso il domani perché so che il domani e tutto il suo contenuto sono necessari. Un ente è in potenza non nel senso che deve ancora attuarsi, ma nel senso che il suo essersi già da sempre attuato non appare ancora nel processo dell'essere nell'apparire parziale di sé

4)Quando dovesse accadere il superamento della contraddizione della volontà di potenza, questa contraddizione non sparisce, bensì appare concretamente, nel suo essere per sempre superata. Il superamento della totalità assoluta dell'errore, invece, non può ac-cadere, perché in esso appare già tutto ciò che può accadere; e quindi, non essendo qualcosa che può accadere, e non potendo essere qualcosa che appaia finitamente, appare allora nel suo essere il Tutto concreto. Il Tutto concreto, cioé il legame tra ogni ente (passato-presente-futuro), appare sempre, ma appare insieme al suo contraddicentesi esser sé, che è la finitezza stessa delle sue infinite parti.
 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 2/11/2009, 19:58




CITAZIONE
2)Heidegger non c'entra. La differenza ontologica di cui parlo è la differenza tra il Tutto concreto e sé in quanto astrattamente posto.

senza intenti polemici, potresti approfondire, magari in altra sede questo passaggio?
grazie
 
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17 replies since 9/11/2008, 09:35   488 views
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