Kybalion

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His Fordship Big Benefactor
view post Posted on 27/5/2007, 21:59




<<I principi della verità sono sette. Colui che ne ha conoscenza possiede la chiave magica con la quale si aprono tutte le porte del tempio.>>

Nell'opera Kybalion sono espressi sette principi che reggono l'universo, eccoli:

1) Il Principio del Mentalismo

<<Tutto è mente. L'Universo è mentale.>>

Il primo, grande principio ermetico, comincia descrivendo quello che gli uomini chiamano Dio:

<<Alla base ed oltre l'universo del tempo, dello spazio, e del cambiamento si trova la realtà sostanziale, la verità fondamentale. Ciò ch'è la verità fondamentale (la realtà sostanziale) è innominabile, ma i saggi lo chiamano il Tutto. La testimonianza della Ragione dev'essere bene accolta e trattata con rispetto.>>

Non è un concetto facile da comprendere. Paradossalmente, quello che agli occhi di noi comuni mortali ci appare come un continuo, cambiamento relativo e un divenire perenne, ha un fondamento assoluto, eterno e immutabile (ma, del resto, tutte le filosofie e le religioni in qualsiasi epoca, lo hanno da sempre riconosciuto e promosso). Ma allora, come possiamo comprendere questa questione? Seguendo l'idea di Dio inteso come Tutto (scritto in maiuscolo per differenziarlo dal tutto, la sua manifestazione esteriore), la ragione umana (le cui testimonianze dobbiamo accettare finché abbiamo la possibilità di pensare), ci dice quanto segue:

1) Il Tutto deve essere ciò che realmente è. Nulla può esistere al di fuori del Tutto, altrimenti il Tutto non sarebbe tale.

2) Il Tutto deve essere infinito, perché nulla potrebbe confinare, definire, vincolare, limitare o restringere il Tutto, che è quindi infinito nel tempo e, conseguentemente, eterno. Infatti nulla può averlo creato, e qualche cosa non potrebbe mai venir fuori ed evolvere dal nulla. Se non fosse mai "stato" seppure per un momento, non "sarebbe" neppure ora. Lo stesso dicasi per lo spazio, non potendo esistere alcun luogo (sia nel microcosmo, che nel macrocosmo) al di fuori del Tutto.

3) Il Tutto deve essere immutabile. Non può essere aggiunto né diminuito e non c'è nulla in cui potrebbe cambiarsi o da cui potrebbe essere cambiato. E' sempre stato e sempre rimarrà così com'è, ossia il Tutto.

Quindi come possiamo pensare al Tutto? Universo? Materia? Energia? Ovviamente no. La materia e l'energia (di cui la materia è solo uno stato) sono forze cieche, neutre, senza una loro volontà, mentre qualsiasi studioso dotato si renderà subito conto che tutte le cose in natura seguono leggi ben precise ed ordinate. Perciò, se osserviamo quello che possiamo sperimentare di superiore alla materia e all'energia nell'universo, vediamo che esistono la Vita e la Mente. Ma intese non come comunemente le conosciamo. La Mente Vivente Infinita è tanto al di sopra di ciò che intendiamo con vita e mente, che il paragone sfugge alle nostre possibilità di poveri mortali. E' quello che gli Illuminati ed i Maestri di tutte le epoche hanno definito "Spirito".

<<Nella sua essenza il Tutto è inconoscibile.>>

Tanto per cominciare, dovremmo accettare un fatto inconfutabile. Facendo parte del Tutto e quindi essendone compresi, non arriveremo mai a comprenderlo. E' per sua natura inconoscibile e qualsiasi tentativo di volergli attribuire facoltà o comportamenti tipicamente umani sono sforzi puerili ed assolutamente inutili. Essendo la Legge da cui tutte le leggi derivano, non è soggetta a queste ultime. Ma quando il Tutto si manifesta sul piano della generazione o della creazione, agisce allora seguendo la legge ed il principio, poiché si muove sopra un più basso piano d'essere. A questo punto sorge una logica domanda. Se il Tutto è immutabile ed eterno, come crea tutto quello che vediamo intorno a noi, che osserviamo cambiare continuamente, di cui noi abbiamo testimonianza e in cui abbiamo il nostro essere? Per risolvere questo quesito può venirci in aiuto il secondo principio ermetico; quello della corrispondenza ("Com'è al di sopra, così è al di sotto; com'è al di sotto, così è al di sopra."). Vediamo; come crea l'uomo? Può utilizzare la materia a sua disposizione, modificandola ed alterandola a suo piacimento, ma questa corrispondenza non può applicarsi al Tutto, perché, come abbiamo visto, se esistesse qualcosa al di fuori da prendere e modificare, il Tutto non sarebbe tale. Lo stesso discorso vale anche per quanto riguarda la moltiplicazione di sé (ovvero, per esempio, di un uomo e una donna che uniscono i loro corpi per dare vita ad un altro essere). Sempre per quanto detto sopra, è assurdo pensare che il Tutto trasferisca o sottragga una parte di sé, né tanto meno riprodurla o moltiplicarla. Non esiste pertanto un altro modo di creazione per l'uomo? Sì, egli crea mentalmente! Così facendo non usa materiali esterni, né si riproduce, e tuttavia il suo spirito pervade la creazione mentale. Proprio come noi possiamo creare mentalmente un nostro universo, altrettanto può e fa il Tutto, creando gli universi nella sua mente. Ma il nostro universo è la creazione mentale di una mente finita, mentre la creazione del Tutto è quella di una Mente Infinita (e, come detto sopra, quindi risulta per noi assolutamente inconoscibile). Le due si assomigliano nella specie, ma differiscono infinitamente di grado. L'universo, con tutto ciò che esso contiene, è una creazione mentale del Tutto.

<<L'Universo è mentale; tenuto nella mente del Tutto. La mente infinita del Tutto è la matrice degli universi. Il Tutto crea nella sua mente infinita innumerevoli universi, i quali esistono per eoni di tempo. Tuttavia, per il Tutto, la creazione, lo sviluppo, la decadenza e la morte d'un milione d'universi non hanno maggior durata di quella dell'aprirsi e chiudersi di un occhio.>>

Il primo pensiero che viene alla mente di colui che si rende conto della natura mentale dell'universo, è che tutto quello che esso contiene è una pura e semplice illusione, idea contro la quale i suoi istinti si ribellano. Ma questo, come tutte le grandi verità, deve essere preso tanto dal punto di vista assoluto, quanto da quello relativo. Sotto il primo punto, l'universo presenta la sua natura illusoria, come un sogno rispetto al Tutto in sé. E questo è riconosciuto anche sotto la specie ordinaria, perché parliamo del mondo come di un complesso di cose che va e che viene, che nasce e che muore, poiché l'elemento di mobilità e di cambiamento, deve essere sempre unito all'idea di un universo creato, anche quando sia in contrasto con l'idea del Tutto, senza pregiudizio di quelle che possano essere le nostre credenze riguardo alla natura di entrambi. Da un punto di vista assoluto, non esiste nulla di reale tranne il Tutto, senza pregiudizio dei termini in cui si pensi o si discuta il soggetto. Sia o non sia l'universo creato di materia, e sia o non sia sostanziale e limitato nella durata, esso è cosa consistente in tempo, spazio e cambiamento. E' bene rendersi conto pienamente di questo fatto, prima di poter emettere un giudizio sulla natura mentale dell'universo. La verità assoluta sono "le cose come sono conosciute dalla mente di Dio", mentre la verità relativa sono "le cose come sono intese dalla più alta ragione dell'uomo". In questo modo, mentre per il Tutto l'universo non può non essere irreale e illusorio, un sogno o il risultato di una meditazione, per le menti finite che costituiscono una parte di quell'universo (il quale viene contemplato con facoltà mortali), l'universo stesso è cosa assolutamente reale e così deve essere considerato.

<<Mentre tutto è nel Tutto, è ugualmente vero che il Tutto è in tutto. Colui che ben comprende questa verità possiede un grande sapere. Entro la Mente Madre-Padre i mortali sono a casa loro. Nessuno è senza padre e senza madre nell'Universo.>>

Noi non "siamo" Dio, ma siamo "in" Dio. Per noi comuni mortali quest'universo è assolutamente reale ed è l'unico di cui possiamo avere coscienza, seppure evolvendo da piano a piano e andando sempre più in alto. Quanto più avanziamo sulla scala evolutiva e ci avviciniamo alla "Mente del Padre", tanto più diventa evidente la natura illusoria delle cose finite, ma la visione non scomparirà finché il Tutto non ci avrà finalmente ritirati in sé stesso. Così non fermiamoci troppo sulle caratteristiche dell'illusione, ma riconosciamo piuttosto la vera natura dell'universo e cerchiamo di comprendere le sue leggi, impiegandole per la nostra evoluzione spirituale. Ciò che è nella Mente Infinita del Tutto, è reale nel grado che è consentito solo dalla realtà che è propria della natura del Tutto stesso. Quindi non dobbiamo perdere mai la fiducia o la speranza, né avere paura, perché non c'è nulla che possa nuocerci o di cui abbiamo ragione di temere. Nel Tutto viviamo, ci muoviamo ed abbiamo il nostro essere.

<<I mezzi-saggi, riconoscendo la relativa irrealtà dell'Universo, credono di poter sfidare le sue leggi. Sono degli sciocchi vani e presuntuosi, che vanno a rompersi la testa contro le rocce e vengono disfatti dagli elementi a causa della loro follia. I veri saggi, conoscendo la natura dell'Universo, impiegano la Legge contro le leggi, ciò ch'è più alto contro ciò ch'è più basso, e con l'arte dell'alchimia trasmutano quel ch'è indegno in quel ch'è degno. Il magistero consiste non già in sogni anormali, in visioni e in immaginazioni fantastiche, bensì nell'uso delle energie più elevate contro quelle più basse; nel sottrarsi ai dolori nei piani più bassi mediante vibrazioni su quelli più alti. La trasmutazione, e non già la negazione presuntuosa, è l'arma del Maestro.>>

E' molto importante rendersi conto che commettiamo una follia, quando tentiamo di negare l'esistenza della materia nel suo aspetto relativo. Possiamo negare (e abbiamo ragione di farlo), il suo dominio su di noi, ma non dobbiamo tentare di ignorarla, almeno finché restiamo sul suo piano. Le leggi naturali non diventano meno costanti quando sappiamo che sono semplici creazioni mentali, perché hanno comunque pieno effetto sui vari piani. La dottrina ermetica insegna ad usare le leggi più alte per applicarle sui piani più bassi, ma comunque non possiamo mai sfuggire alla Legge o superarla, dato che nulla, ad eccezione del Tutto può sfuggire alla Legge, visto che il Tutto è la Legge da cui derivano tutte le leggi. I maestri di grado superiore possono acquistare i poteri che noi comunemente attribuiamo agli Dei, e ci sono innumerevoli esseri nella grande gerarchia della vita, la cui essenza e potenza trascende anche quella dei più grandi maestri tra gli uomini, ad un grado non pensabile dai comuni mortali. Ma anche il più grande tra i maestri ed il più elevato tra gli esseri, deve sottostare alla Legge ed essere "nulla" agli occhi del Tutto. Chiunque osi considerare le leggi della natura come illusorie e irreali, essendo solo lui in grado di afferrare questa verità, si troverà ben presto a fare i conti con la verità stessa. Guardatevi bene dalle mezze verità che nascono quando si omette di tenere sempre presente "l'altro lato" di qualsiasi problema!

Edited by The Shrike - 4/6/2009, 04:00
 
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view post Posted on 28/5/2007, 21:58




2) Il Pricipio della Corrispondenza

<<Com'è al di sopra, così è al di sotto; com'è al di sotto, così è al di sopra.>>

Il secondo principio ermetico (molto famoso) ci presenta una fondamentale verità. Esiste un'armonia, un accordo e una corrispondenza tra i diversi piani di manifestazione, vita ed essere. Questo concetto nasce come logica conseguenza del principio enunciato in precedenza. Dato che tutto ciò che è contenuto nell'universo emana da un'unica sorgente, le stesse leggi, principi e caratteristiche si applicano ad ogni unità o combinazione di unità d'azione. Ciascuna di esse manifesta i propri fenomeni sul proprio piano. Ma cosa intende la dottrina ermetica con la parola "piano"? Non è un luogo, una condizione o uno stato come comunemente lo intendiamo, ma si potrebbe piuttosto definire come una "dimensione della vibrazione". Dalla manifestazione più alta a quella più bassa, tutte le cose vibrano. L'atomo di materia, l'unità di forza, la mente dell'uomo e l'essenza dell'arcangelo non sono che gradi sopra una stessa scala, e sono tutti fondamentalmente i medesimi.

<<I saggi servono sul piano più elevato, ma dominano su quello più basso. Essi obbediscono alle leggi dei piani superiori, ma su quelli inferiori dominano ed impartiscono ordini. Tuttavia, ciò facendo, formano parte del "principio", anziché opporsi ad esso. Il saggio aderisce alla legge, e, col comprenderne i suoi movimenti, la mette in funzione invece che esserne il suo cieco schiavo. Precisamente come l'abile nuotatore che si rigira nell'uno o nell'altro modo a sua volonta, anziché essere trasportato qua e là come un pezzo di legno, il saggio si comporta in uguale maniera rispetto all'uomo ordinario: ciò nondimeno, tanto il nuotatore che il pezzo di legno, e tanto il saggio che lo sciocco, sono soggetti alla legge. Chi comprende ciò è sulla strada del magistero.>>

La differenza è solo una questione di grado e di gamma di vibrazioni. La mente media non attribuisce generalmente il possesso della mente, dell'anima e della vita al regno minerale, ma, seguendo questo principio, potremmo ipotizzare che perfino le molecole, gli atomi e i corpuscoli abbiano i loro "amori" e "odi", le loro "attrazioni" e "repulsioni", le loro "affinità" e "non affinità". Alcune delle più audaci menti scientifiche moderne hanno infatti azzardato l'opinione che il desiderio, la volontà, le emozioni ed i sentimenti degli atomi differiscano soltanto di grado da quelli degli uomini! Possiamo così renderci conto che anche le piante hanno vita, mente e anima, proprio come l'animale, l'uomo e il superuomo. I Maestri e gli Illuminati ci fanno sapere, a tal proposito, che nella grande scala dei piani evolutivi la nostra specie è la quinta (con alcuni sviati dalla quarta) ad aver messo piede sul Sentiero. E ci sono alcune anime avanzate della presente specie che si sono allontanate dalla massa e sono passate alla sesta ed alla settima suddivisione, e qualcuna anche oltre. Ma i fenomeni e gli esseri di grado superiore al nostro, appartengono a piani talmente elevati che se si tentasse di descriverli, ne risulterebbe sicuramente una grande confusione, condita da visioni fantastiche, inutili per il nostro cammino spirituale. Ci basti sapere che tutti e sette i principi ermetici sono in completa funzione su tutti i piani (fisico, mentale e spirituale, insieme a tutti i loro relativi "piani intermedi") ed il principio della corrispondenza, dell'armonia e dell'accordo si manifesta in ogni cosa. Per avere un'idea delle relazioni di questi piani superiori con quelli a noi più familiari, possiamo dire che i piani elementari hanno coi piani della mentalità e della vita minerale, vegetale, animale e umana, la stessa relazione che hanno, nel pianoforte, i tasti neri con quelli bianchi. Possiamo anche suonare usando solo i tasti bianchi, ma ci sono certe scale, armonie e melodie che richiedono l'uso dei tasti neri, e in cui la loro presenza è assolutamente necessaria.
 
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view post Posted on 29/5/2007, 00:03




3) Il Principio della Vibrazione

<<Nulla è in quiete, ogni cosa si muove; ogni cosa vibra.>>

Questo principio è un principio che la scienza condivide pienamente (per la gioia degli scientisti del forum), eppure questo fu detto migliaia di anni fa! La scienza docet che la luce, il calore, il magnetismo e l'elettricità non sono che forme di movimento vibratorio, connesse, in qualche maniera con l'etere e probabilmente emanati da quest'ultimo. Però la scienza non è riuscita ancora a spiegare completamente la natura dei fenomeni noti come coesione (il principio dell'attrazione molecolare), affinità chimica (il principio dell'attrazione atomica) e la gravitazione (forse il più grande mistero dei tre; il principio fondante dell'attrazione, per cui ogni particella di massa di materia è collegata ad ogni altra particella o massa). Se così non fosse gradire me lo diceste. L'etere universale, il "collante" che la scienza sta cercando di postulare (per adesso senza riuscirci), non è ritenuto dagli ermetisti che una più alta manifestazione di ciò che noi erroneamente chiamiamo materia (cioè materia ad un più altro grado di vibrazione), e viene chiamato da loro la "sostanza eterea". Insegnano che questa "sostanza" è di un'estrema tenuità ed elasticità e pervade lo spazio universale, servendo come mezzo di trasmissione delle onde di energia vibratoria, note come "materia" da un lato ed "energia o forza" dall'altro. Essa stessa, del resto, manifesta un proprio grado e una propria modalità di vibrazione.

<<La mente, come pure i metalli e gli elementi, può essere trasmutata; da stato a stato, da grado a grado, da condizione a condizione, da polo a polo, da vibrazione a vibrazione. La vera trasmutazione ermetica è un'arte mentale. Cambiare il vostro temperamento o il vostro stato mentale, significa cambiare la vostra vibrazione.>>

Ogni manifestazione di pensiero, emozione, ragione, volontà o desiderio, così come qualsiasi stato mentale o condizione è accompagnata da vibrazioni, una parte delle quali è espulsa e influisce, per induzione, sulla mente di altre persone. Ogni pensiero, emozione o stato mentale ha il suo corrispondente grado e modo di vibrazione. Agendo sulla volontà, è possibile (mediante appropriati esercizi) riprodurre qualsiasi tipo di stato mentale, precisamente come un tono musicale può essere riprodotto facendo vibrare uno strumento fino alla nota desiderata e ad un determinato grado (proprio delle capacità dello strumento stesso). Oppure come si potrebbe sintonizzare una radio su una stazione piuttosto che su un'altra. Conoscendo il principio della vibrazione come viene applicato ai fenomeni mentali, si ha la possibilità di polarizzare la propria mente al grado che si desidera, ottenendo così un perfetto controllo sui propri stati mentali e disposizioni d'animo. Nello stesso modo è possibile influire sulle menti e sugli stati d'animo altrui. E' quindi possibile produrre sul piano mentale ciò che la scienza fa sul piano fisico, ossia "vibrazioni a volontà".
 
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view post Posted on 29/5/2007, 20:08




4) Il Principio della Polarità

<<Tutto è duale; tutto ha poli; ogni cosa ha la sua coppia di opposti; Il simile e il dissimile sono uguali; gli opposti sono identici di natura, ma differenti di grado. Gli estremi si toccano; tutte le verità non sono che mezze verità, e tutti i paradossi possono essere conciliati.>>

Secondo gli insegnamenti ermetici, la differenza fra le cose che sembrano diametralmente opposte è semplicemente una questione di grado. Questo principio, per quanto possa sembrare estraneo al nostro comune modo di pensare, afferma quindi, per esempio, che il caldo e il freddo sono per natura identici. Se il termometro segna molti gradi diciamo che è caldo, scendendo sulla scala dei gradi, arriveremo sotto lo zero, ovvero al freddo. Ma se ci riflettiamo bene non esiste un punto sul termometro in cui cessi il calore ed inizi il freddo. E' comunque un dato relativo. E lo stesso discorso possiamo farlo per l'oriente e l'occidente. Se girate il mondo andando in una direzione, vi ritroverete a viaggiare nella direzione opposta rispetto al punto da cui eravate partiti. Il grande e il piccolo sono relativi. Come pure il rumore e la quiete, il duro e il tenero, l'acuto e l'ottuso, il positivo e il negativo, l'amore e l'odio. Tutte queste cose non sono altro che i due poli della medesima cosa, con innumerevoli gradi tra l'uno e l'altro.

<<Distruggete una quota non desiderata di vibrazioni mentali, mettete in attività il principio di polarità e concentratevi sul polo opposto a quello che desiderate sopprimere; uccidete "l'indesiderabile" cambiando la sua polarità.>>

L'arte della trasmutazione mentale, permette di cambiare uno stato mentale in un altro, sulle linee della polarizzazione. Ovviamente, cose appartenenti a diverse categorie non possono essere tramutate l'una nell'altra, ma cose delle stessa categoria sì. Per intenderci (usando un esempio riferito agli stati mentali), l'amore non potrà mai diventare paura e coraggio, o pigrizia e attività, ma potrà sicuramente (e molto spesso succede) trasformarsi in odio, o viceversa. Inoltre i fenomeni d'influenza mentale nelle loro molteplici fasi, allargano il campo d'influenza di tale concetto all'induzione verso gli stati mentali altrui. Una volta che la propria volontà sia stata ben educata e diventi capace di produrre questo cambiamento di vibrazione sulle proprie linee di polarizzazione, lo stesso potrà applicarsi nei rapporti con le altre persone. Comunque è bene ricordare che il cambiamento, sarà sempre di grado piuttosto che di qualità.
 
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view post Posted on 29/5/2007, 21:05




5) Il Principio del Ritmo

<<Ogni cosa fluisce e rifluisce; ogni cosa ha le sue fasi; tutte le cose s'innalzano e cadono; l'oscillazione del pendolo si manifesta in tutte le cose; la misura dell'oscillazione a destra, è la misura dell'oscillazione a sinistra; il ritmo compensa.>>

Questo principio rende noto che in tutte le cose esistono delle fasi ben precise, un movimento misurato in ogni direzione. Un flusso e un riflusso, un'oscillazione avanti e indietro, un'alta marea e una bassa marea. Tutto questo avviene fra i due poli sul piano fisico, mentale e spirituale. Questo però non significa che il pendolo oscilli tra gli estremi dei due poli (anche perché è difficile stabilire questi estremi quali siano), ma comunque ha luogo sempre prima "verso" un polo, per poi tornare "verso" l'altro. Possiamo osservare l'azione di questo principio molto facilmente. La notte segue al giorno e il giorno alla notte. Vediamo oscillare il pendolo dall'estate all'inverno e viceversa, oppure nel nostro stesso respiro, dove l'inspirazione si alterna all'espirazione in un moto spontaneo, alternato e continuo. Non esiste un "Quid" come il riposo assoluto, o la cessazione del movimento, e tutti quanti i movimenti partecipano del ritmo. La scienza conosce perfettamente tutto ciò, e la considera una legge fenomenica applicabile alle cose materiali, ma la dottrina ermetica porta il concetto assai oltre. Secondo l'insegnamento degli ermetisti infatti, il principio del ritmo si estende anche agli stati mentali dell'uomo, dando vita così a tutta quella serie di repentini cambiamenti di stati d'animo che possono addolorarci, ci rendono perplessi e che ognuno di noi ha sicuramente avuto l'occasione di sperimentare nella vita.

<<Il ritmo può essere neutralizzato da un'applicazione dell'arte della polarizzazione.>>

Da molto tempo i Maestri Ermetici hanno scoperto che, mentre il principio del ritmo era invariabile e sempre evidente nei fenomeni mentali, esistevano ancora due piani di manifestazione del principio stesso. Due piani generali di coscienza, uno più basso e uno più alto, la comprensione dei quali, forniva la possibilità di "spostarsi" su quello più elevato, sfuggendo in questo modo all'oscillazione del pendolo ritmico sul piano inferiore. Lasciando agire il pendolo sul piano incosciente, la loro coscienza non ne era affatto toccata. Questo fu chiamato "legge di neutralizzazione". Chi la applica, si polarizza al polo desiderato, e con un processo di "rifiuto" di partecipare all'oscillazione retrocedente (o, se si preferisce, con una "negazione" dell'influenza del pendolo su di sé), rimane fermo nella sua posizione e, osservandolo semplicemente, lascia che il pendolo mentale oscilli sul piano incosciente. Se per alcuni questa pratica può sembrare una cosa innaturale, ricordiamo loro che la "legge di compensazione" ha una parte molto importante nelle nostre vite e che generalmente ognuno di noi è chiamato a "pagare il prezzo" per quello che ha o non ha. Come si dice, nessuno può avere nello stesso tempo "la botte piena e la moglie ubriaca". Ogni cosa ha il suo lato piacevole e il suo lato spiacevole e non dovremmo mai dimenticare che anche in questo, il principio del ritmo è sempre in funzione. Cercando di bilanciare e controbilanciare, col tempo ci riesce sempre, anche se dovesse farci sperimentare migliaia di vite per questo scopo.
 
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His Fordship Big Benefactor
view post Posted on 29/5/2007, 21:41




6) Il Principio della Causalità

<<Ogni causa ha il suo effetto, ogni effetto ha la sua causa; ogni cosa avviene secondo una legge; il caso non è che un nome per una legge non riconosciuta; esistono molti piani di "causalità", ma nulla sfugge alla legge.>>

Il grande sesto principio ermetico, ci insegna che la Legge pervade l'universo intero, che nulla avviene per caso, e che quindi dobbiamo imparare a considerare tutti i fenomeni come continui, senza interruzione o eccezione. Tutti le azioni, dal risultato del tiro di un dado, al masso che cade dalla montagna, dipendono da un concatenamento di cause, un'infinità di variabili intimamente unite tra loro, che producono l'evento da noi percepito. Se qualche confusione può sorgere nelle nostre menti, prendendo in considerazione questo principio, è dovuta semplicemente alla nostra impotenza di poter spiegare come una cosa possa causarne un'altra. Ma, in realtà, nessuna "cosa" ne "crea" un'altra. La causalità riflette solo gli "eventi". Un "evento" è ciò che avviene come conseguenza di un fatto precedente. Nessun fatto "crea" un altro fatto, ma è semplicemente un anello nella grande catena fenomenica che si sviluppa grazie all'energia creatrice del Tutto. Esiste una continuità tra tutti gli avvenimenti; precedente, conseguente e susseguente. Tra tutto quello che è stato prima e tutto ciò che viene dopo, c'è una relazione.

<<Le labbra della saggezza sono solo aperte alle orecchie della comprensione. Allorché si ode il rumore dei passi del maestro, si aprono le orecchie di coloro che sono pronti a riceverne l'insegnamento. Quando le orecchie dello studioso sono pronte per l'audizione, vengono allora le labbra a riempirle di saggezza.>>

Così come il granello di fuliggine che ci passa davanti agli occhi comincia il suo cammino fin dalla preistoria (come un enorme tronco d'albero, trasformato dal tempo in carbone) per proseguire il suo viaggio verso chissà quali altri avventure, così qualsiasi atto da parte nostra avrà influenza non solo sulle nostre vite, ma agirà, direttamente o indirettamente, su molte atre persone che vivono ora e vivranno in epoche posteriori. Ogni nostro pensiero, ogni nostro atto, ha le sue conseguenze, dirette o indirette, che rientrano nella catena della cause e degli effetti. Ma questo non significa che dovremmo operare una scelta netta e definitiva tra libero arbitrio e destino, in favore di quest'ultimo. Il principio della polarità, mostra infatti che ambedue non sono che mezze verità. Un uomo può essere libero e tuttavia vincolato, a seconda del punto di vista da cui si osserva la cosa. Quanto più la creazione è lontana dal Centro, tanto più essa è vincolata a questo; quanto più è vicina al Centro, tanto più libera è. Quando pensiamo di essere liberi di agire come ci pare e piace, dovremmo riflettere da cosa ha avuto origine l'"io desidero" e il "come mi piace". La maggior parte delle persone invece, sono trascinati come la pietra che cade, obbediscono all'ambiente, alle influenze esterne, agli stati d'animo, ai desideri e alle volontà di altri più forti di loro, all'eredità e alle suggestioni da cui vengono trasportati senza resistenza. La dottrina ermetica insegna (pur non sfuggendo alla causalità) ad acquisire consapevolezza delle proprie pulsioni, a controllare le proprie qualità ed il proprio temperamento, comprendendo profondamente le leggi che li governano. Ci fanno sapere che l'essere umano può (anzi, deve!) usare la Legge per trionfare delle leggi, e che la volontà più alta prevale sempre su quella più bassa, fino a raggiungere lo stadio più consono per rifugiarsi sotto le ali della Legge in sé e per sé, e ridersi così delle leggi fenomeniche.

<<Il possesso delle verità, a meno che non abbia corrispondenza nel campo dell'azione, è come l'accumulare metalli preziosi; cosa vana e sciocca. La conoscenza, come la ricchezza, è intesa per l'uso. La "legge dell'uso" è universale, e chi la vìola, soffre, poiché si mette in conflitto con le forze naturali.>>
 
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His Fordship Big Benefactor
view post Posted on 29/5/2007, 22:51




7) Il Principio del Genere

<<Il genere è in tutte le cose; ogni cosa ha il suo principio mascolino e femminino; il genere si manifesta su tutti i piani.>>

L'ultimo principio (ma non per questo meno importante) incorpora in sé la verità che il genere si rende palese in ogni cosa. Che il principio mascolino e femminino sono sempre presenti ed attivi in tutte le fasi dei fenomeni, su ciascun piano della vita. La parola "genere" deriva etimologicamente dal latino ed ha il significato di generare, produrre, creare, procreare. In questo senso il principio non è da confondersi né esclusivamente con le attività sessuali (che sono soltanto una manifestazione del genere nel piano della vita organica), né con il principio della polarità già esposto in precedenza. Questo concetto ci fa comprendere l'intima tendenza all'attrazione e alla repulsione presente in ogni cosa (dagli atomi, alle persone). Tutte le particelle e tutti i corpi materiali dell'universo tendono l'uno verso l'altro, creando nel loro incontro un ulteriore essere, avente anch'esso, all'interno di sé, entrambe le tendenze in proporzione variabile e questo si applica anche (e soprattutto) alla sfera mentale. Il principio mascolino può essere individuato nell'"io" e quello femminino nel "me". Le persone che possono dedicare in modo continuativo, l'attenzione ed il pensiero ad un qualsiasi soggetto, impiegano attivamente entrambi i principi mentali. Il femminino nel lavoro di generazione attiva mentale, e la volontà mascolina nello stimolare ed energizzare la parte creativa della mente. La maggior parte delle persone, in verità, usa molto poco il principio mascolino e si contenta di vivere secondo i pensieri e le idee instillati nel "me" dall'"io" di altre menti. Il principio mascolino della persona che dà le suggestioni, dirige l'energia vibratoria o il potere volitivo verso il principio femminino dell'altra persona, e quest'ultima, accettandolo, lo fa suo, agisce e pensa in accordo con esso. Un'idea così instillata nella mente di un'altra persona cresce e si sviluppa, e con l'andar del tempo viene considerata come un legittimo prodotto mentale, mentre in realtà è come l'uovo di cuculo collocato nel nido di un altro uccello, che distrugge ciò che vi si trova e ci rimane. Invece il metodo normale, per i principi mascolino e femminino nella mente di una persona, consiste nel coordinare e nell'agire armoniosamente in congiunzione con l'uno e con l'altro. Quindi l'insegnamento della dottrina ermetica a riguardo è: rimaniamo pure aperti alle impressioni esterne, ma impariamo a sviluppare volitivamente dei pensieri originali. Oscar Wilde descrisse intuitivamente questo processo con il seguente aforisma: "Al mondo esistono solo due categorie di persone; quelle che sono un'opera d'arte e quelle che la indossano".
 
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EgoTrascendentale
view post Posted on 3/6/2007, 17:58




Uno scritto difficilissimo!!
complimenti.
in generale, ad una primo "piano" di lettura, posso essere abbastanza d'accordo, ma mi pare di intravedere una forma di panteismo nei punti I e II.
quando hai tempo e non hai metallo, mi puoi delucidare questo aspetto?
 
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His Fordship Big Benefactor
view post Posted on 5/6/2007, 03:42




Posso provarci! Però in realtà è un problema complessissimo, spero di riuscirci.

So che ti sembrerà stupido però prima devo spiegarti come il mondo è nato. Il Tutto, essendo Tutto, però per comodità poi lo chiamerò Dio, si è ritirato per creare. Si è "condensato" in un'unica manifestazione: quello che noi chiamiamo nulla (Essendo uno stato esistenziale che al nostro stato percettivo sembra nulla, ma che tu giustamente hai dimostrato essere l'Essere su queste pagine virtuali). Da qui ha cominciato ad usare le sue energie per creare. Creando cosa ha fatto? Ha fatto in modo che tutto dipendesse da lui. Quindi è vero che ogni cosa dipende da Dio, ma solo per un senso. Nella sua limitazione il Tutto (la limitazione corrisponde alla creazione) ha lasciato una particella divina in ogni cosa, questo perché è tutto suo pensiero. Tu stesso in fenomenologia asserisci che le l'essenza è universale no? Se poi questo punto mi è di errata comprensione, allora ti chiedo scusa se ciò che sto per scrivere non ha senso. L'essenza è universale, ma questo universale, facendo un'epoché completa non è sempre identico? Se poi esistono diversi livelli di universale, ti chiedo scusa, ho capito male. Cioè come già disse Cusano: se da massimamente caldo e massimamente freddo togliamo "freddo" "caldo" ed il grado ti rimare che sono entrambi superlativi. Quella cosa che le rendere tutte universali, le essenze, in questo caso risulterebbe quella particella divina. Che però può anche essere dispersa: pensa agli alberi pietrificati, sono alberi senza Deva...ogni cosa ha un possibile legame con Dio, sta solo all'uomo riallacciarlo, se vuole, per un suo bene personale: quale utilitarismo massimo può esserci se non il proprio bene? Come già ho scritto in una concezione esoterica, il sole illumina perché lo vuole e desidera lui e per lui, non perché è obbligato o per noi (se lo facesse per noi, come minimo ci annicchilirebbe subito vista la nostra empietà). Certo però non tutto possiede Dio allo stesso modo: un paesaggio industriale conterrà si Dio, ma in una qualità così opaca e spenta, che ci fa impallidire, perché è il riflesso del nostro materialismo sfegatato, mentre invece molti ritengono che il divino si trovi più nella natura incontaminata, proprio perché non importa. Ma il tutto è giocato affinché si addomestichi e si asserva ciò che sta in basso (che in struttura è simile a ciò che sta in alto, anche se cambia tutto, la struttura è simile), i giardini Zen: creazioni artificiali ricche di saggezza divina, ad esempio. Alcune Chiese, non tanto quelle particolarmente belle artisticamente, ma una chiesa che visitai in Africa: fango e mattoni, se lì non c'era Dio mi rifiuterò sempre di credere che sia a San Pietro. Oppure, molto meglio, la vera chiesa (della quale Gesù ci dice di seguire "in Verità e Spirito" è il Corpo, non ricordo bene il passo, ma nei vangeli si legge una cosa tipo "il tuo corpo è il tuo tempio" questo perché è quella la Dimora di Dio, in cui devi farlo tu venire dentro, ma non è detto che già ci sia. Questo, sperando che l'abbia reso bene, è il concetto più o meno corretto di pantesimo, una dottrina che in effetti dovrebbe essere già sintesi di trascendente, immanente, monismo e monoteismo.
 
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DrManhattan
view post Posted on 18/4/2009, 16:43




Che bello veder diffondere filosofie tanto importanti.
Da ermetista convinto qual sono, non può che farmi enormemente piacere.
:)

Così come sarebbe importante rifletterci sopra e a lungo, mentre molto spesso si preferiscono soluzioni "a sé stanti", per così dire, in cui le cose vengono tenute accuratamente separate...

Ogni tanto mi chiedo perché...
Chissà, forse perché il difficile è proprio cominciare mettendo da parte il "perché".
:lol:
 
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9 replies since 27/5/2007, 21:59   350 views
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