| <<I principi della verità sono sette. Colui che ne ha conoscenza possiede la chiave magica con la quale si aprono tutte le porte del tempio.>>
Nell'opera Kybalion sono espressi sette principi che reggono l'universo, eccoli:
1) Il Principio del Mentalismo
<<Tutto è mente. L'Universo è mentale.>>
Il primo, grande principio ermetico, comincia descrivendo quello che gli uomini chiamano Dio:
<<Alla base ed oltre l'universo del tempo, dello spazio, e del cambiamento si trova la realtà sostanziale, la verità fondamentale. Ciò ch'è la verità fondamentale (la realtà sostanziale) è innominabile, ma i saggi lo chiamano il Tutto. La testimonianza della Ragione dev'essere bene accolta e trattata con rispetto.>>
Non è un concetto facile da comprendere. Paradossalmente, quello che agli occhi di noi comuni mortali ci appare come un continuo, cambiamento relativo e un divenire perenne, ha un fondamento assoluto, eterno e immutabile (ma, del resto, tutte le filosofie e le religioni in qualsiasi epoca, lo hanno da sempre riconosciuto e promosso). Ma allora, come possiamo comprendere questa questione? Seguendo l'idea di Dio inteso come Tutto (scritto in maiuscolo per differenziarlo dal tutto, la sua manifestazione esteriore), la ragione umana (le cui testimonianze dobbiamo accettare finché abbiamo la possibilità di pensare), ci dice quanto segue:
1) Il Tutto deve essere ciò che realmente è. Nulla può esistere al di fuori del Tutto, altrimenti il Tutto non sarebbe tale.
2) Il Tutto deve essere infinito, perché nulla potrebbe confinare, definire, vincolare, limitare o restringere il Tutto, che è quindi infinito nel tempo e, conseguentemente, eterno. Infatti nulla può averlo creato, e qualche cosa non potrebbe mai venir fuori ed evolvere dal nulla. Se non fosse mai "stato" seppure per un momento, non "sarebbe" neppure ora. Lo stesso dicasi per lo spazio, non potendo esistere alcun luogo (sia nel microcosmo, che nel macrocosmo) al di fuori del Tutto.
3) Il Tutto deve essere immutabile. Non può essere aggiunto né diminuito e non c'è nulla in cui potrebbe cambiarsi o da cui potrebbe essere cambiato. E' sempre stato e sempre rimarrà così com'è, ossia il Tutto.
Quindi come possiamo pensare al Tutto? Universo? Materia? Energia? Ovviamente no. La materia e l'energia (di cui la materia è solo uno stato) sono forze cieche, neutre, senza una loro volontà, mentre qualsiasi studioso dotato si renderà subito conto che tutte le cose in natura seguono leggi ben precise ed ordinate. Perciò, se osserviamo quello che possiamo sperimentare di superiore alla materia e all'energia nell'universo, vediamo che esistono la Vita e la Mente. Ma intese non come comunemente le conosciamo. La Mente Vivente Infinita è tanto al di sopra di ciò che intendiamo con vita e mente, che il paragone sfugge alle nostre possibilità di poveri mortali. E' quello che gli Illuminati ed i Maestri di tutte le epoche hanno definito "Spirito".
<<Nella sua essenza il Tutto è inconoscibile.>>
Tanto per cominciare, dovremmo accettare un fatto inconfutabile. Facendo parte del Tutto e quindi essendone compresi, non arriveremo mai a comprenderlo. E' per sua natura inconoscibile e qualsiasi tentativo di volergli attribuire facoltà o comportamenti tipicamente umani sono sforzi puerili ed assolutamente inutili. Essendo la Legge da cui tutte le leggi derivano, non è soggetta a queste ultime. Ma quando il Tutto si manifesta sul piano della generazione o della creazione, agisce allora seguendo la legge ed il principio, poiché si muove sopra un più basso piano d'essere. A questo punto sorge una logica domanda. Se il Tutto è immutabile ed eterno, come crea tutto quello che vediamo intorno a noi, che osserviamo cambiare continuamente, di cui noi abbiamo testimonianza e in cui abbiamo il nostro essere? Per risolvere questo quesito può venirci in aiuto il secondo principio ermetico; quello della corrispondenza ("Com'è al di sopra, così è al di sotto; com'è al di sotto, così è al di sopra."). Vediamo; come crea l'uomo? Può utilizzare la materia a sua disposizione, modificandola ed alterandola a suo piacimento, ma questa corrispondenza non può applicarsi al Tutto, perché, come abbiamo visto, se esistesse qualcosa al di fuori da prendere e modificare, il Tutto non sarebbe tale. Lo stesso discorso vale anche per quanto riguarda la moltiplicazione di sé (ovvero, per esempio, di un uomo e una donna che uniscono i loro corpi per dare vita ad un altro essere). Sempre per quanto detto sopra, è assurdo pensare che il Tutto trasferisca o sottragga una parte di sé, né tanto meno riprodurla o moltiplicarla. Non esiste pertanto un altro modo di creazione per l'uomo? Sì, egli crea mentalmente! Così facendo non usa materiali esterni, né si riproduce, e tuttavia il suo spirito pervade la creazione mentale. Proprio come noi possiamo creare mentalmente un nostro universo, altrettanto può e fa il Tutto, creando gli universi nella sua mente. Ma il nostro universo è la creazione mentale di una mente finita, mentre la creazione del Tutto è quella di una Mente Infinita (e, come detto sopra, quindi risulta per noi assolutamente inconoscibile). Le due si assomigliano nella specie, ma differiscono infinitamente di grado. L'universo, con tutto ciò che esso contiene, è una creazione mentale del Tutto.
<<L'Universo è mentale; tenuto nella mente del Tutto. La mente infinita del Tutto è la matrice degli universi. Il Tutto crea nella sua mente infinita innumerevoli universi, i quali esistono per eoni di tempo. Tuttavia, per il Tutto, la creazione, lo sviluppo, la decadenza e la morte d'un milione d'universi non hanno maggior durata di quella dell'aprirsi e chiudersi di un occhio.>>
Il primo pensiero che viene alla mente di colui che si rende conto della natura mentale dell'universo, è che tutto quello che esso contiene è una pura e semplice illusione, idea contro la quale i suoi istinti si ribellano. Ma questo, come tutte le grandi verità, deve essere preso tanto dal punto di vista assoluto, quanto da quello relativo. Sotto il primo punto, l'universo presenta la sua natura illusoria, come un sogno rispetto al Tutto in sé. E questo è riconosciuto anche sotto la specie ordinaria, perché parliamo del mondo come di un complesso di cose che va e che viene, che nasce e che muore, poiché l'elemento di mobilità e di cambiamento, deve essere sempre unito all'idea di un universo creato, anche quando sia in contrasto con l'idea del Tutto, senza pregiudizio di quelle che possano essere le nostre credenze riguardo alla natura di entrambi. Da un punto di vista assoluto, non esiste nulla di reale tranne il Tutto, senza pregiudizio dei termini in cui si pensi o si discuta il soggetto. Sia o non sia l'universo creato di materia, e sia o non sia sostanziale e limitato nella durata, esso è cosa consistente in tempo, spazio e cambiamento. E' bene rendersi conto pienamente di questo fatto, prima di poter emettere un giudizio sulla natura mentale dell'universo. La verità assoluta sono "le cose come sono conosciute dalla mente di Dio", mentre la verità relativa sono "le cose come sono intese dalla più alta ragione dell'uomo". In questo modo, mentre per il Tutto l'universo non può non essere irreale e illusorio, un sogno o il risultato di una meditazione, per le menti finite che costituiscono una parte di quell'universo (il quale viene contemplato con facoltà mortali), l'universo stesso è cosa assolutamente reale e così deve essere considerato.
<<Mentre tutto è nel Tutto, è ugualmente vero che il Tutto è in tutto. Colui che ben comprende questa verità possiede un grande sapere. Entro la Mente Madre-Padre i mortali sono a casa loro. Nessuno è senza padre e senza madre nell'Universo.>>
Noi non "siamo" Dio, ma siamo "in" Dio. Per noi comuni mortali quest'universo è assolutamente reale ed è l'unico di cui possiamo avere coscienza, seppure evolvendo da piano a piano e andando sempre più in alto. Quanto più avanziamo sulla scala evolutiva e ci avviciniamo alla "Mente del Padre", tanto più diventa evidente la natura illusoria delle cose finite, ma la visione non scomparirà finché il Tutto non ci avrà finalmente ritirati in sé stesso. Così non fermiamoci troppo sulle caratteristiche dell'illusione, ma riconosciamo piuttosto la vera natura dell'universo e cerchiamo di comprendere le sue leggi, impiegandole per la nostra evoluzione spirituale. Ciò che è nella Mente Infinita del Tutto, è reale nel grado che è consentito solo dalla realtà che è propria della natura del Tutto stesso. Quindi non dobbiamo perdere mai la fiducia o la speranza, né avere paura, perché non c'è nulla che possa nuocerci o di cui abbiamo ragione di temere. Nel Tutto viviamo, ci muoviamo ed abbiamo il nostro essere.
<<I mezzi-saggi, riconoscendo la relativa irrealtà dell'Universo, credono di poter sfidare le sue leggi. Sono degli sciocchi vani e presuntuosi, che vanno a rompersi la testa contro le rocce e vengono disfatti dagli elementi a causa della loro follia. I veri saggi, conoscendo la natura dell'Universo, impiegano la Legge contro le leggi, ciò ch'è più alto contro ciò ch'è più basso, e con l'arte dell'alchimia trasmutano quel ch'è indegno in quel ch'è degno. Il magistero consiste non già in sogni anormali, in visioni e in immaginazioni fantastiche, bensì nell'uso delle energie più elevate contro quelle più basse; nel sottrarsi ai dolori nei piani più bassi mediante vibrazioni su quelli più alti. La trasmutazione, e non già la negazione presuntuosa, è l'arma del Maestro.>>
E' molto importante rendersi conto che commettiamo una follia, quando tentiamo di negare l'esistenza della materia nel suo aspetto relativo. Possiamo negare (e abbiamo ragione di farlo), il suo dominio su di noi, ma non dobbiamo tentare di ignorarla, almeno finché restiamo sul suo piano. Le leggi naturali non diventano meno costanti quando sappiamo che sono semplici creazioni mentali, perché hanno comunque pieno effetto sui vari piani. La dottrina ermetica insegna ad usare le leggi più alte per applicarle sui piani più bassi, ma comunque non possiamo mai sfuggire alla Legge o superarla, dato che nulla, ad eccezione del Tutto può sfuggire alla Legge, visto che il Tutto è la Legge da cui derivano tutte le leggi. I maestri di grado superiore possono acquistare i poteri che noi comunemente attribuiamo agli Dei, e ci sono innumerevoli esseri nella grande gerarchia della vita, la cui essenza e potenza trascende anche quella dei più grandi maestri tra gli uomini, ad un grado non pensabile dai comuni mortali. Ma anche il più grande tra i maestri ed il più elevato tra gli esseri, deve sottostare alla Legge ed essere "nulla" agli occhi del Tutto. Chiunque osi considerare le leggi della natura come illusorie e irreali, essendo solo lui in grado di afferrare questa verità, si troverà ben presto a fare i conti con la verità stessa. Guardatevi bene dalle mezze verità che nascono quando si omette di tenere sempre presente "l'altro lato" di qualsiasi problema!
Edited by The Shrike - 4/6/2009, 04:00
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