Esperienza?

« Older   Newer »
  Share  
The Shrike
view post Posted on 25/7/2009, 04:07




"L'Esperienza serve quanto il Pettine a un Calvo"

Così ha esordito il nostro Citizen Manhattan (altro che "Rosebud").

Cosa avrà voluto dire? E chi è il calvo in questione?

L'esperienza è forse inutile in quanto in noi è già contenuto l'infinito e quindi tutte le possibilità possibliti in un'ottica idealista?
Oppure l'esperienza è inutile in quanto se noi ci mettessimo a freddo alla riflessione mentale la nostra pura ragione ci porterebbe a comprendere già tutto quanto in un'ottica estremamente razionalista?
O semplicemente il Doc odia le industrie produttrici di pettini e marxianamente sostiene la lotta del proletariato calvo contro il potere oppressore cap-italista cap-pellone?

Ai forummisti l'ardua discussione.
 
Top
DrManhattan
view post Posted on 25/7/2009, 11:42




Orbene...
Tralasciando per il momento la questione politica della faccenda (che semmai porteremo avanti io e il signore della sofferenza in un'altra sede) :P ,vorrei parlare seriamente (sempre che ci riesca) :D partendo da un presupposto (secondo me necessario).

L'esperienza come vita vissuta "hic et nunc" è qualcos'altro rispetto all'esperienza intesa come insieme di ricordi.

La prima è fondamentale.
Anzi, senza di essa la vita stessa non avrebbe senso.
Così come non avrebbe senso parlare di alcunché.
La logica, la parola, il pensiero, la "mente", davanti a lei si arrestano, diventando un semplice "contorno", un accessorio, utile quanto si vuole, ma pur sempre inadeguato a fornire una consapevolezza concreta e reale.

Come quando l'allievo domanda al maestro "Che cos'è Dio?"
E lui risponde: "Conosci il profumo di una rosa?"
- "Si"
- "Bene, adesso descrivilo a parole".


Ben altro è invece il ricordo che portiamo con noi delle esperienze fatte e che chiamiamo allo stesso modo "esperienza", ma che dovrebbe essere chiamato "uso" o "consuetudine".
A quest'ultimo viene attribuito un grande valore.
Ci riteniamo formati in base ad esso e ad esso facciamo riferimento ogni qual volta affrontiamo le decisioni della nostra esistenza.

Ecco, il proverbio citato si riferisce esattamente a quest'ultima maniera di intendere l'esperienza.
E secondo me presenta due chiavi di lettura.
Una di più facile interpretazione e una meno.

Tanto per cominciare, si potrebbe osservare che "il calvo" altri non è che un vecchio.
E in quanto anziano, l'esperienza fatta ormai non gli serve a molto, dato che non ha più l'energia per metterla in pratica.

Ma vista in un'ottica più ampia (del resto il proverbio parte affermando che "l'esperienza serve...", come a dire che è intesa in senso generale) l'esperienza, ovvero quello che ci portiamo dietro, le abitudini che riteniamo ci possano tornare utili (proprio come un pettine quando magari si parte per un viaggio) sono solo un fardello senza senso.
Non ci rendiamo conto di non averne bisogno (perché non abbiamo un capello in testa), ma continuiamo a pensare che invece serva a qualcosa.
^_^
 
Top
lorelei57
view post Posted on 25/7/2009, 17:13




Ho letto attentamente la tua risposta Dr. Manhattan.
Avrei molto da dire, parlando ovviamente per quanto mi riguarda.
Per il momento invece, mi limito a due piccole osservazioni.
In seguito, dopo aver letto gli altri interventi, proverò a spiegarvi cos'è per me l'esperienza. Non sarò questa volta io ad aprire la strada, vorrei evitare di perdermi :D


CITAZIONE
Tanto per cominciare, si potrebbe osservare che "il calvo" altri non è che un vecchio.
E in quanto anziano, l'esperienza fatta ormai non gli serve a molto, dato che non ha più l'energia per metterla in pratica.

lo so che potrebbe sembrare una banalità,ciò che sto puntualizzando, ma io non penso che un calvo sia un vecchio. Per questo motivo, non capivo la citazione. Inoltre questo vecchio deve essere molto vecchio se come affermi tu: non ha più l'energia.....per metterla in pratica forse no, ma magari per dispensar consigli?....

CITAZIONE
Ben altro è invece il ricordo che portiamo con noi delle esperienze fatte e che chiamiamo allo stesso modo "esperienza", ma che dovrebbe essere chiamato "uso" o "consuetudine".

Mai avrei supposto che ciò che io chiamo esperienza nient'altro è che "uso" o "consuetudine :huh:
 
Top
DrManhattan
view post Posted on 26/7/2009, 09:24




CITAZIONE (lorelei57 @ 25/7/2009, 18:13)
io non penso che un calvo sia un vecchio. Per questo motivo, non capivo la citazione. Inoltre questo vecchio deve essere molto vecchio se come affermi tu: non ha più l'energia.....per metterla in pratica forse no, ma magari per dispensar consigli?....

Certo, anche un bambino appena nato è calvo, ma non ha bisogno di un pettine (e comunque non ne sente la necessità).
Inoltre potremmo anche osservare come esistano persone "nate vecchie" (caratterialmente parlando)...

Però mettendo da parte le congetture, il proverbio mi sembra che si riferisca a qualcosa che "serve" in prima persona e non nei confronti di qualcun'altro.
Questo partendo da un'interpretazione "classica" (potrei dire quasi "popolare") che di solito si fa dei proverbi e dei modi di dire... e che è venuta in mente a me, ma ovviamente le chiavi di lettura possono anche essere diverse.
^_^
CITAZIONE (lorelei57 @ 25/7/2009, 18:13)
Mai avrei supposto che ciò che io chiamo esperienza nient'altro è che "uso" o "consuetudine :huh:

Perché "nient'altro"?
Il ricordo, l'accumulo, la parte che potremmo definire "archivio di esperienza", solo quello è "consuetudine" (o se preferisci "abitudine").

Ma anche tu (come chiunque altro, del resto) penso abbia avuto, hai tuttora e continuerai ad avere un modo di esperienza "qui e ora", no?

Anzi, a tal proposito mi viene in mente una storiella.
Forse porta il discorso ancora più in là da dove è partito, ma secondo me rende bene l'idea di cosa intendo dire:

Ci sono due monaci che stanno facendo una passeggiata, discutendo amabilmente di argomenti filosofici.
A un certo punto arrivano nei pressi di un fiume e devono attraversarlo.
La corrente non è fortissima, ma decidono lo stesso di cercare un punto dove l'acqua è più bassa per facilitarsi il guado.
Così facendo incontrano una donna bellissima e completamente nuda sul greto del fiume che, disperata, chiede loro di aiutarla ad attraversare, perché vorrebbe tornare a casa ma le hanno rubato i vestiti, non sa nuotare e ha paura.
Il primo monaco, alla vista della donna e sentite le sue richieste, si rifiuta scandalizzato e, sdegnato di fronte a tanta impudicizia, si allontana.
Il secondo invece non si scompone.
Prende la donna nuda in braccio e, facendo attenzione a dove mette i piedi, la traghetta sull'altra sponda.
Una volta arrivati, la donna ringrazia il monaco che l'ha aiutata e se ne va, mentre i due riprendono la loro passeggiata.
Dopo un iniziale scambio di commenti sull'accaduto, il tempo passa e la conversazione vira su altri argomenti.
Dopo un bel pò, quasi arrivati al monastero, il primo monaco fa al secondo:
- "Ma ti rendi conto di cosa hai fatto? Che cosa vergognosa toccare quelle nudità femminili..."
- "Perché continui a portare quella donna con te? Io l'ho lasciata al fiume."

;)
 
Top
lorelei57
view post Posted on 26/7/2009, 10:19




CITAZIONE
io non penso che un calvo sia un vecchio. Per questo motivo, non capivo la citazione. Inoltre questo vecchio deve essere molto vecchio se come affermi tu: non ha più l'energia.....per metterla in pratica forse no, ma magari per dispensar consigli?....

Certo, anche un bambino appena nato è calvo, ma non ha bisogno di un pettine (e comunque non ne sente la necessità).
Inoltre potremmo anche osservare come esistano persone "nate vecchie" (caratterialmente parlando)...

Io non mi riferivo ad un bimbo (che nasce calvo) la mia osservazione era un pò meno banale....io mi riferivo a chi è "nato vecchio" che si allontana dal detto popolare così come viene inteso. Poi ovvio che c'è una seconda chiave di lettura!

Per il resto della tua risposta, per ora posso concordare.

Leggendo "la storiella" ho sorriso, probabilmente non avrò capito il senso, o forse sì? Valuta tu.
Ho sorriso leggendo l'ultima frase:

CITAZIONE
"Perché continui a portare quella donna con te? Io l'ho lasciata al fiume."

Il monaco che ha parlato ha compiuto un'azione, semplice, senza false inibizioni, naturale per lui, infatti l'ha già dimenticata, fa parte del passato.
L'altro monaco invece, che avrebbe voluto fare la stessa cosa, non l'ha fatta, per "paure" che fanno parte del suo falso credo. E così facendo, lascia aperta una porta,un'azione incompiuta, costringendolo involontariamente a far i conti con il suo passato.



 
Top
DrManhattan
view post Posted on 26/7/2009, 10:39




CITAZIONE (lorelei57 @ 26/7/2009, 11:19)
Il monaco che ha parlato ha compiuto un'azione, semplice, senza false inibizioni, naturale per lui, infatti l'ha già dimenticata, fa parte del passato.
L'altro monaco invece, che avrebbe voluto fare la stessa cosa, non l'ha fatta, per "paure" che fanno parte del suo falso credo. E così facendo, lascia aperta una porta,un'azione incompiuta, costringendolo involontariamente a far i conti con il suo passato.

Esattamente.

Oddio, non sappiamo per certo cosa pensasse il primo monaco che l'abbia portato a rifiutare (forse è proprio come dici tu), ma una cosa è sicura; vivere "qui e ora" è l'unico vero modo per fare "esperienza".

Tutto il resto non fa che confermare il detto.
Serve quanto il pettine a un calvo.
;)
 
Top
lorelei57
view post Posted on 26/7/2009, 16:24




CITAZIONE (DrManhattan @ 26/7/2009, 11:39)
CITAZIONE (lorelei57 @ 26/7/2009, 11:19)
Il monaco che ha parlato ha compiuto un'azione, semplice, senza false inibizioni, naturale per lui, infatti l'ha già dimenticata, fa parte del passato.
L'altro monaco invece, che avrebbe voluto fare la stessa cosa, non l'ha fatta, per "paure" che fanno parte del suo falso credo. E così facendo, lascia aperta una porta,un'azione incompiuta, costringendolo involontariamente a far i conti con il suo passato.

Esattamente.

Oddio, non sappiamo per certo cosa pensasse il primo monaco che l'abbia portato a rifiutare (forse è proprio come dici tu), ma una cosa è sicura; vivere "qui e ora" è l'unico vero modo per fare "esperienza".

Tutto il resto non fa che confermare il detto.
Serve quanto il pettine a un calvo.
;)

Secondo il mio pensiero che essendo mio può essere benissimo controbattuto, chi continua a trascinare con sè pensieri o azioni del passato (vedi il comportamento di uno dei due monaci) signifca che quella cosa è stato un errore o è in sospeso.

Per tutto il resto, mi riservo di continuare, mi piacerebbe leggere altri interventi <_<
 
Top
The Shrike
view post Posted on 26/7/2009, 17:41




CITAZIONE
Ben altro è invece il ricordo che portiamo con noi delle esperienze fatte e che chiamiamo allo stesso modo "esperienza", ma che dovrebbe essere chiamato "uso" o "consuetudine". A quest'ultimo viene attribuito un grande valore.
Ci riteniamo formati in base ad esso e ad esso facciamo riferimento ogni qual volta affrontiamo le decisioni della nostra esistenza.

Sono assolutamente d'accordo al fatto che si da un peso eccessivo agli usi ed alle consuetudini, spesso bizzarri e privi di senso. Ma penso che anche qui bisogna dividere dall'uso comune all'uso...chiamiamolo logico. Intendo dire: se io adesso dovessi prendere la macchina ed usare quegli usi noti come logica e geometria dovrei saltare dalla finestra, è il percorso più breve. O ancora, io vivo sicuramente nel qui ed adesso davanti al bellissimo camino che abbiamo in salotto, ma se un inverno il camino è acceso, non ho bisogno di dover toccare ogni due secondi il fuoco per capire che mi brucio. Mentre tutt'altro sarebbe se io dicessi "La mia esperienza mi insegna che le storie d'amore nate così finiscono male" "Da ciò che so, non funzionerà" "Te l'avevo detto" (che secondo me è la massima esplicazione dell'uso comune insieme a "come stai?"; seppur io da sempre utilizzo quella domanda in senso proprio di salute fisica), poiché farei ricorso da una serie di dati e congetture che non possono essere resi nella "statistica degli usi" in quanto dotati di molteplici sfaccettature ed infinite possibilità.
 
Top
ladyel
view post Posted on 27/7/2009, 10:39




Per me è importante sapere che esiste il "pettine" e che io ne conosca la sua funzione e l'utilizzo che ne posso fare, il fatto che poi mi serva realmente o no, in questo determinato momento, o sapere che non mi servirà, mi rende solo conscia di ciò che ho.
 
Top
alice_w
view post Posted on 27/7/2009, 11:08




Quindi "esperienza" è tutto ciò che sappiamo, inteso come ciò di cui siamo coscienti?
E quello che abbiamo dimenticato, di cui non siamo coscienti, il pettine che sempre usiamo che non siamo consapevoli di usare è anche quello "esperienza"?
Che magari poi va a finire che si scopre un giorno che non usiamo il pettine (che abbiamo in tasca) che non ci serve però usiamo sempre lo shampoo con cui ci insaponiamo la testa calva o una bella parrucca (spettinata) :o:

Edited by alice_w - 27/7/2009, 12:31
 
Top
ladyel
view post Posted on 27/7/2009, 11:40




CITAZIONE (alice_w @ 27/7/2009, 12:08)
Quindi "esperienza" è tutto ciò che sappiamo, inteso come ciò di cui siamo coscienti?
E quello che abbiamo dimenticato, di cui non siamo coscienti, il pettine che sempre usiamo che non siamo consapevoli di usare è anche quello "esperienza"?
Che magari poi va a finire che si scopre un giorno che non usiamo il pettine che non ci serve però usiamo sempre lo shampoo con cui ci insaponiamo la testa calva o una bella parrucca (spettinata) :o:

Direi più che altro che l'esperienza come una conoscenza direttamente acquisita nel tempo, di cui siamo coscienti.

CITAZIONE
E quello che abbiamo dimenticato, di cui non siamo coscienti, il pettine che sempre usiamo che non siamo consapevoli di usare è anche quello "esperienza"?

Questo perdonami, fatico a capirlo (come per molte altre cose :P).
Io posso dimenticare, è vero, ma difficilmente utilizzo qualcosa senza prima sapere che cosa, perchè e come. Quindi se l'ho dimenticato prima di utilizzarlo ne faccio nuovamente esperienza. Ma se lo avevo dimenticato, forse, è perchè non mi è mai servito e quindi non ne ho fatto mai vera esperienza.

CITAZIONE
Che magari poi va a finire che si scopre un giorno che non usiamo il pettine che non ci serve però usiamo sempre lo shampoo con cui ci insaponiamo la testa calva o una bella parrucca (spettinata) :o:

Anche qui ho difficoltà.
Posso avere un cervello e non utilizzarlo, questo è possibile (nel mio caso è anche vero), ma ciò non toglie che io possa sempre leggere o apprendetre in altro modo e acquisire nuove informazioni... magari un giorno capirò come utilizzarlo meglio.

 
Top
DrManhattan
view post Posted on 27/7/2009, 11:44




CITAZIONE (alice_w @ 27/7/2009, 12:08)
E quello che abbiamo dimenticato, di cui non siamo coscienti, il pettine che sempre usiamo che non siamo consapevoli di usare è anche quello "esperienza"?
Che magari poi va a finire che si scopre un giorno che non usiamo il pettine (che abbiamo in tasca) che non ci serve però usiamo sempre lo shampoo con cui ci insaponiamo la testa calva o una bella parrucca (spettinata) :o:

Dice il saggio:
"Quello che ascolto lo dimentico.
Quello che guardo lo ricordo.
Quello che faccio lo so."

;)
 
Top
lorelei57
view post Posted on 27/7/2009, 15:10




CITAZIONE
CITAZIONE E quello che abbiamo dimenticato, di cui non siamo coscienti, il pettine che sempre usiamo che non siamo consapevoli di usare è anche quello "esperienza"?

Questo perdonami, fatico a capirlo (come per molte altre cose ).
Io posso dimenticare, è vero, ma difficilmente utilizzo qualcosa senza prima sapere che cosa, perchè e come. Quindi se l'ho dimenticato prima di utilizzarlo ne faccio nuovamente esperienza. Ma se lo avevo dimenticato, forse, è perchè non mi è mai servito e quindi non ne ho fatto mai vera esperienza.


CITAZIONE Che magari poi va a finire che si scopre un giorno che non usiamo il pettine che non ci serve però usiamo sempre lo shampoo con cui ci insaponiamo la testa calva o una bella parrucca (spettinata)

Anche qui ho difficoltà.
Posso avere un cervello e non utilizzarlo, questo è possibile (nel mio caso è anche vero), ma ciò non toglie che io possa sempre leggere o apprendetre in altro modo e acquisire nuove informazioni... magari un giorno capirò come utilizzarlo meglio.

Qui non posso far altro che concordare con la mia amica Laura!
Anch'io ho difficoltà a seguire le vostre disquisizioni.

CITAZIONE
Dice il saggio:
"Quello che ascolto lo dimentico.

Anche qui non comprendo l'osservazione!
Il verbo usato è appropriato a ciò che vuole esprimere? Ascolto ma non sento, perciò non mi "rimane"? Intendeva questo il saggio?
 
Top
alice_w
view post Posted on 27/7/2009, 15:56




Io ho molta difficoltà e seri problemi a inquadrare l' "esperienza".
E' assai probabile che non capiate per la mia usuale e poca chiarezza espositiva.

In realtà il mio intervento, evidentemente malriuscito, intendeva sottolineare il fatto che quando parliamo di esperienza consideriamo spesso (io per prima) l'esperienza come qualcosa di ovvio e invece poi quando mi chiedo cosa intendo per esperienza ho non poche difficoltà a individuarlo.

Rispetto alla citazione del detto inserito da DrManhattan, a mio parere, l'esperienza viene colta in una (sola) delle sue valenze: quella di strumento.
Un utilizzabile.
Ed egli comincia la trattazione distinguendo due tipi di esperienza (livelli ad esempio li chiamerei io)
CITAZIONE
L'esperienza come vita vissuta "hic et nunc" è qualcos'altro rispetto l'esperienza intesa come insieme di ricordi.

e questo è già di per sè indicativo.

E ad esempio la definizione che mi da ladyel (e ti ringrazio per avermela data) è molto problematica dal mio punto di vista (be' non solo dal mio in realtà) e mi pone delle domande ulteriori:
CITAZIONE
Direi più che altro che l'esperienza come una conoscenza direttamente acquisita nel tempo, di cui siamo coscienti.

Quindi in base a questa definizione di esperienza ricavo che:
- l'esperienza è un tipo di conoscenza
- conoscenza che acquisisco (quindi non un già dato?)
- dove (o quando?) l'acquisisco? nel tempo. (quale tempo?)
- conoscenza acquisita come? direttamente. (cosa intendi per direttamente?)
(- e che sono cosciente di tutto questo.)questo per ora lo metto tra parentesi.

Edited by alice_w - 27/7/2009, 17:13
 
Top
DrManhattan
view post Posted on 27/7/2009, 16:18




Forse sono io che non mi esprimo bene (in tal caso mi scuso), ma che il fatto di conoscere a cosa serve un determinato oggetto derivi dall'esperienza siamo tutti d'accordo, ma non è "l'esperienza".

Quest'ultima esiste nell'utilizzo del determinato oggetto, ma quello che resta (dopo) possiamo chiamarla conoscenza, sapere, abilità, essere al corrente, possedere cognizioni, avere imparato, ma è comunque qualcos'altro.

E scendendo ancora nell'analisi (riprendendo il giusto suggerimento di alice quando si domanda "dove, quando e come" nasce), potremmo dire che fondamentalmente è "memoria". Perciò, se è vero (come è vero) che non ricordare è male, è altrettanto vero che ricordare male è peggio.

Dico questo per ribadire che secondo me l'esperienza di cui parla il proverbio, è fatta dai concetti che mi "porto dietro" (per tornare all'esempio dei due monaci che attraversano il fiume), e che ci fa dire "te l'avevo detto" (come ha fatto giustamente notare shrike), non certo dalla logica che ci impedisce di toccare continuamente il fuoco per vedere se scotta.
Tanto è vero che la medesima logica fa tranquillamente dimenticare al saggio quello che ascolta e rammentargli ciò che vede, perché quello che conta davvero è la sua spontanea (e totale) presenza nelle proprie azioni. Questo è ciò che io chiamo "esperienza".

Il resto (per tornare all'esempio del proverbio) sono pregiudizi, preconcetti e abitudini varie, che noi ci ostiniamo a chiamare "esperienza" e alle quali vogliamo dare un gran valore.
Eppure spesso, pur avendone avuto "esperienza", ognuno di noi continua a ripetere sempre gli stessi errori.
Vi siete mai chiesti il perché?
^_^
 
Top
43 replies since 25/7/2009, 04:07   892 views
  Share